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Ventimiglia Alta ha costruito il fascino che tutt’oggi la contraddistingue nel corso dei secoli, riportando odiernamente numerose specifiche del suo passato. Tra queste figura anche il cosiddetto Cavu, ricordo tangibile del secolo scorso.

“Intorno al 1826 Ventimiglia inizia una risistemazione della città alta con tra l’altro il passeggio del Cavu, una passeggiata che andava dalla Cattedrale fino all’estremità Sud della Rocca“, ha spiegato ai nostri microfoni Sergio Pallanca, presidente del Comitato Pro Centro Storico. “In seguito a frane che interessavano la strada sottostante, il Comune intorno al 1860 decise di fare una sotto murazione e di rinforzare il terreno, un terreno scosceso e franoso. Insieme a essa si decise di costruire un Belvedere sulla traccia dei giardini babilonesi, quindi un giardino sopraelevato a una notevole altezza sorretto da due ordini di arcate.”

Tre archi a tutto sesto su due piani, le cui rovine ancora oggi restano parte visibile di Ventimiglia, in ricordo del punto panoramico crollato in una mattina di febbraio negli anni ’30 del ‘900.

“Il problema di questa costruzione fu che venne costruita su un terreno argilloso, dunque franoso. Già dai primi anni dopo la costruzione, intorno al 1900, si verificarono dei cedimenti, si notarono delle fessure che si allargarono sempre di più finché un bel mattino di febbraio il Cavu crollò. I ventimigliesi si svegliarono e il Cavu non c’era più, e proprio in ricordo di questo tragico avvenimento che per fortuna non causò vittime il dottor Azaretti compose una canzone, ‘L’u Cavu l’è carau‘, che venne poi suonata per la prima volta nella Battaglia dei Fiori del 1930“, ha proseguito Pallanca. “Il Cavu era una costruzione ardita perché come altezza superava i 30 metri e in più è stata costruita tra metà e fine ‘800, quindi i materiali sono grossi conci di pietra puddinga uniti da calce, da cemento. Non esisteva ancora il cemento armato, per cui con il terreno franoso venne giù tutto in una notte.”

Proposta avanzata più volte nell’ultimo ventennio dal Comitato Pro Centro Storico, al momento senza seguito, è quella di ricostruire il Cavu, ricavandoci non solo una struttura a valenza turista e paesaggistica notevole, ma soprattutto una costruzione utile alla stessa città.

“L’ingresso sarà agevole da Piazza dei Balestrieri per esempio, si ricaverebbero più piani di parcheggi con relativi servizi“, ha precisato. “Il terreno circostante potrebbe essere terrazzato, piantumato, con fontane, illuminazione, rete wi-fi. Sarebbe un’opera antica, ma veneriestica.”

La storia del Cavu, attraverso le parole di Sergio Pallanca, nel video-servizio a inizio articolo.