Si è tenuta questa mattina l’udienza nell’ambito del processo a carico di Fabrizio Rosa, geometra dell’ufficio tecnico di Castelvittorio, finito alla sbarra con le accuse di rivelazione di segreto d’ufficio e turbativa d’asta.

Il procedimento rientra in un’indagine stralcio legata alla maxi inchiesta condotta dai Carabinieri su presunti appalti pubblici truccati, che nel maggio 2022 aveva portato all’arresto per corruzione dell’imprenditore imperiese Vincenzo Speranza (Edilcantieri Costruzioni Srl) e dell’allora sindaco di Aurigo ed ex consigliere provinciale Luigino Dellerba.

Si tratta in particolare dell’affidamento dei lavori per la riqualificazione dell’area comunale di Castelvittorio, destinata a ospitare eventi e manifestazioni.

Le indagini e le intercettazioni

Il luogotenente Sergio Camplese ha spiegato l’origine dell’indagine: “Nasce da un procedimento penale più ampio, il 3476 del 2021, che riguardava svariati fatti di natura corruttiva, culminati con l’arresto di Speranza e Dellerba”.

Camplese ha illustrato come le intercettazioni telefoniche (mediante anche l’uso di trojan), ambientali e informatiche fossero fondamentali nel rivelare la natura del rapporto fra il geometra e i due fratelli. “In particolare, durante un incontro fra i due fratelli Speranza sono stati rivelati nomi di imprese invitate alla procedura, mettendo Edilcantieri in condizione di conoscere gli altri partecipanti e concordare condizioni economiche più favorevoli”.

Rilevante è stata una telefonata del 12 aprile 2022 in cui Gaetano Speranza contattava Fabrizio Rosa, propedeutica a un incontro successivo.

“È stata adottata una procedura negoziata senza bando”, ha descritto Camplese. “Sono stati invitati 6 operatori economici, tre scelti dal sistema MePA e tre dall’interessato”.

Dalla telefonata intercettata il 13 aprile tra Gaetano Speranza ed Enzo Macrì (amministratore unico ditta Edilmac costruzioni srl, assolto con rito abbreviato) è emersa la volontà di evitare che Macrì “rompesse i loro piani” per l’aggiudicazione della gara. Alla fine, sono pervenute solo due offerte: “Edilmarc a 149.850 euro ed Edilcantieri a 149.430,04 euro”, ha detto Camplese. La procedura era stata momentaneamente sospesa a causa di incongruenze nell’offerta di Edilcantieri, ma successivamente tutto è stato sistemato ed “è stata liquidata una prima tranche”.

A essere interrogato è stato poi Luigi Lettieri, del ROS di Foggia, all’epoca dei fatti nel nucleo investigativo di Imperia. “L’8 luglio, con decreto di esibizione, abbiamo preso contatto con Fabrizio Rosa, che ci ha fornito la documentazione relativa alla gara d’appalto per il parcheggio, del valore di circa 250mila euro, e alla richiesta di non partecipazione della ditta Masala. I documenti digitali sono stati acquisiti tramite la piattaforma MePA. L’aggiudicazione era, mi sembra, provvisoria”, ha dichiarato.

Arriva poi il turno di Iolena Rebaudo, impiegata del Comune di Castelvittorio: “Non mi occupo di appalti e non so nulla sul centro manifestazioni. L’8 luglio 2022 ero in un altro ufficio. Ho sentito che volevano accedere a una pratica su una piattaforma che non conoscevo, ma il geometra non riusciva ad accedervi. I Carabinieri dicevano che il geometra doveva comportarsi come se loro non ci fossero e completare la procedura. Ricordo una telefonata in cui un Carabiniere voleva sbloccare il sistema per accedere alla pratica. I toni si erano un po’ alzati”, ha ricordato.

“L’area manifestazioni è un progetto legato a un bando regionale di rigenerazione urbana”, ha spiegato Gian Stefano Oddera, sindaco di Castelvittorio. “Dovevamo eseguire la procedura di gara per consegnare i lavori. Il geometra Rosa lavora per noi da 6-7 anni”. Sul ritardo della gara ha aggiunto: “La procedura era un po’ ferma a causa di problemi con le ditte invitate. Il geometra mi disse che era meglio aspettare l’evolversi della situazione. Ero preoccupato di non perdere i contributi per i tempi che si allungavano”.

Parla l’imputato Fabrizio Rosa

Arriva dunque il turno della deposizione di Fabrizio Rosa. L’imputato, a domanda dell’avvocato Marco Bosio, ha descritto i passaggi della gara.

“È stato accordato un contributo di 200mila euro, cofinanziato dal Comune per il 10%. La Regione valutò positivamente la richiesta e ha accordato quanto richiesto. Dopo di che si sono svolte le successive fasi, arrivando alla progettazione esecutiva. Decido di procedere con piattaforma elettronica (MEPA, Mercato Elettronico Pubblica Amministrazione). Soprattutto perché avevo difficoltà a trovare ditte che partecipassero alle gare per Castelvittorio. Qui era come avere un albo di ditte a disposizione. Io scelsi basandomi su comprovata professionalità”, ha affermato.

Rosa è passato poi a spiegare le procedure, indicando come termine di scadenza per la presentazione delle domande il 5 maggio, asserendo che fino ad allora era impossibile vederle, perché contenute nel sistema informatico. In seguito, ha raccontato di non aver più proceduto oltre (nonostante le scadenze per il bando) a causa delle notizie che arrivarono dai giornali sull’inchiesta, partita nel mentre, che coinvolgeva una delle ditte. Si è giunti così all’intervento dei Carabinieri a Castelvittorio, inizialmente il 31 maggio e successivamente, in modo più significativo, l’8 luglio.

“Il 31 vennero i Carabinieri ad acquisire la documentazione”, ha continuato. “Pensavo fosse un’acquisizione fatta in tutti i Comuni dove questa ditta avesse interazioni in corso. L’8 luglio si presentarono chiedendomi se erano state chiuse le procedure perché avevano ordine di acquisire le offerte. Risposi che non avevo chiuso la procedura e che non era mia intenzione proseguirla, data la gravità delle notizie. Mi dissero che dovevo assolutamente aprire la fase finale della procedura per acquisire l’offerta di Edilcantieri. Il brigadiere Lettieri si sedette al mio fianco e guardò tutta la procedura dalla A alla Z. Procedetti nella fase della gara, ossia l’apertura della busta amministrativa, contenente tutti i documenti che riguardano, nel caso specifico, 6 dichiarazioni. Se la documentazione amministrativa è a posto, si può procedere alla fase successiva che è l’apertura, in caso contrario l’offerta non può essere visionata, perché MEPA non lo consente. Edilcantieri aveva due documentazioni mancanti, o meglio, erano stati caricati due volte gli stessi file e mancavano due documenti per poterla ammettere e andando avanti la busta presente era solo quella di Macrì. Il sistema non mi consentiva di tornare indietro. Allora mi dissero che dovevo presentare una segnalazione a Consip per rifare immediatamente la procedura”.

Rosa ha spiegato come questa fase, nonostante le sollecitazioni dei Carabinieri, fu lunga e complicata in quanto Consip, essendo un ente che lavora su base nazionale, non mette solitamente mano al sistema immediatamente, tantomeno per procedure anomale.

“Sbloccata la situazione, arriva una PEC da Consip dove viene detto che hanno eseguito e che la responsabilità è della stazione appaltante in quanto è una procedura che va contro il sistema”, ha riferito. “Tornato alla busta, mi venne intimato di dichiarare l’esistenza dei documenti per poter mandare avanti la procedura, anche se questi non erano presenti. Dopo ho aperto dunque le buste. Ed era la miglior offerta”.

La discussione si è soffermata poi sulle intercettazioni dove si evince che Rosa avesse rivelato a Gaetano Speranza i nomi delle ditte in gara. Il geometra ha definito quelle parole una leggerezza, asserendo che non era intenzionato a favorire la ditta degli Speranza.

“Li conoscevo per rapporti lavorativi già intrapresi su altri comuni, in particolare a San Biagio della Cima dove avevamo eseguito due interventi. Gaetano era un ex Carabiniere che frequentava spesso la Provincia, dove lavora la mia compagna. Non ho mai avuto frequentazioni con queste persone al di fuori di uffici comunali o ambiti di lavoro. Gaetano mi chiamò per gli auguri di Pasqua, chiedendomi se ci vedevamo per un caffè. Dissi che non ero in zona ma a San Biagio. In quella conversazione, partì con un lamento sui prezzi. Nell’entroterra tante ditte non partecipano per gli alti costi di gestione. Al che mi chiese delle ditte. Quando sentì il nome di Macrì non ricordo se le avevo nominate tutte. Non avevo peraltro documenti dietro. Una regola ferrea che mi impongo”.

Lari ha preso così spunto dalle intercettazioni per incalzare Rosa, facendogli notare che avrebbe potuto estrapolare l’elenco delle ditte e sottolineando che, a 15 giorni dall’inizio della gara, lui conosceva già i nomi di tutte le ditte. Inoltre, riguardo alle intercettazioni, avrebbe motivato la scelta della ditta Masala dicendo, per ben due volte, che non avrebbe partecipato. Dalle intercettazioni fra i due fratelli Speranza si è sentito Gaetano dire che si sarebbe fatto dire i nomi delle ditte due giorni prima dell’incontro.

“Le ditte le ricordo senza doverle consultare”, sostiene Rosa. “Anche se il sistema le avesse scelte tutte in automatico, comunque me le fa vedere. Non ricordo di avergliele dette tutte. Masala partecipa alle procedure di gara. Non ho la sicurezza di chi partecipa a una gara e chi meno. Io ho la necessità di selezionare delle ditte per delle competenze economiche adatte. È stata una leggerezza da parte mia. Io non volevo più proseguire quella gara a seguito di questo. Questa leggerezza non avrebbe avuto conseguenze se si fosse fermato tutto e invece sono stato forzato ad assegnare la gara a Edilcantieri”.

In un’altra registrazione si sente Rosa rivolgersi ai due Speranza dicendo: “Tanto ve lo do. Non lo volevate? Ve l’ho dato lo stesso”.

L’istruttoria si chiuderà nella prossima udienza che avrà luogo martedì 24 giugno alle 9.30, mentre per il 1° luglio è previsto lo spazio per eventuali repliche.