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Si è svolta nel pomeriggio la suggestiva cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria, riconoscimento culturale intitolato ad Antonio Semeria, illustre personalità sanremasca scomparsa nel 2011, che da presidente negli anni ’80 sostenne la nascita de “I Martedì Letterari“, come prosecuzione de “I Lunedì Letterari” di Luigi Pastonchi. Semeria promosse le iniziative culturali ben conscio di come la Casa da Gioco dovesse tutelare e conservare la sua eredità e la sua immagine di salotto letterario e centro ludico.

Al Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo sono stati assegnati, poco dopo le 16, il Premio alla Carriera al saggista Gianni Oliva e i due Gran Trofei, rispettivamente a Mario Maffucci per l’opera Samurai, scritta con Andrea Scarpa, e a Raffaele Nigro per Il dono dell’amore. A Davide Barilli è stato inoltre conferito il riconoscimento per la narrativa internazionale per la traduzione dell’opera Fine del cammino di Ariel Fonseca Rivero.

“Certamente i premi sono sempre graditi. Un attestato di stima per quello che è stato fatto. Di solito te li danno quando sei vecchio. Non vorrei che qualcuno da lassù se ne accorgesse e mi facesse un fischio di richiamo”, dice sorridendo Gianni Oliva.

Finalisti, inoltre, della sezione Poesia Inedita sono:

  • Marisa Cappelletti con la silloge Sale e miele di vita e di amore
  • Roberto Chiodo con la silloge Le sere senza
  • Ciro Vespa con la silloge Rivoluzione

Per la sezione Narrativa Inedita:

  • Massimo Gagliardini con l’opera L’uomo che urlò al vento
  • Daniela Burò Ghiglione con l’opera Racconti
  • Maria Claudia Riva con l’opera Le indagini dell’ispettore Leonardo Leoncini – Verità insabbiate

Targa Casinò di Sanremo “120 anni di attività” a Morena Fellegara per il testo Rien ne va plus.

“Da bambino, se mi davano un premio, saltavo di gioia. Poi, negli anni della contestazione, cominciammo a dire che bisognava smetterla, dire basta con i premi. Poi, nel 1987, mi capitò di vincere il Supercampiello e pensai che i premi sono la cosa più bella del mondo”, commenta con ironia Raffaele Nigro. “Ancora oggi sono importanti, nella funzione di far incontrare fra di loro scrittori, gente che ha a che fare con i libri e la cultura, in un tempo in cui questa roba è dimenticata”.

Il ritorno di Mario Maffucci a Sanremo è stato anche l’occasione per una riflessione sul Festival, sulla sua esperienza pluriennale all’interno del complesso apparato della RAI e sulle prospettive future, in un’intervista particolarmente interessante.

“Tornare qui è sempre un’emozione. Ti vengono in mente persone, opere, artisti, una vita piena di fatica, miserie, colpi bassi anche, ma con gente eccezionale”, racconta. “Il Festival è camaleontico, a quanto ho scoperto. Si trasforma a seconda delle modifiche che esprime la società. Quando sono stato responsabile, per quattro anni, il Festival aveva sempre un filo di commedia nella conduzione. C’era un motivo per il quale i conduttori stavano lì, e il pubblico lo sapeva. Oggi si è passati all’uomo che fa tutto e che è totalmente il Festival. Per alcuni versi va bene, per altri meno bene. Non mi convince il finale fino alle due di notte, ma capisco le ragioni”.

Attribuito anche un riconoscimento al Circolo Manuel Belgrano di Imperia per l’impegno costante nella promozione della cultura territoriale.

A moderare l’incontro il saggista e scrittore Mauro Mazza, con l’apporto di Paola Monzardo, Carlo Sburlati, Marino Magliani, Matteo Moraglia, Marco Mauro, Mauro Grondona e Marzia Taruffi.

Nel video servizio a inizio articolo le intervista complete a Gianni Oliva, Mario Maffucci e Raffaele Nigro.