Un viaggio tra filosofia, mito e poesia. Così Marcello Veneziani, scrittore, saggista e filosofo, ha riportato in vita il genio di Giambattista Vico sul palco del Teatro del Casinò di Sanremo, nell’ambito dei Martedì Letterari. Accompagnato dal pianista Francesco Nicolosi e dalle letture teatrali di Luca Violini, Veneziani ha proposto uno spettacolo dando voce al suo ultimo libro, “Vico dei miracoli“.
Vico, il pensatore che parla oltre i secoli
“La forza e la grandezza di Giambattista Vico è proprio quella di non essere un contemporaneo, ma di essere un grande che non appassisce con i tempi, e quindi può valere oggi come valeva ieri e come varrà domani”, spiega Veneziani.
L’autore prosegue dicendo: “Un pensatore che ha saputo unire religione, mito, scienza, filosofia, poesia e fantasia, un mondo organico fatto di tanti saperi intrecciati”.
Dalla Napoli del Seicento al mondo contemporaneo
Durante lo spettacolo, Veneziani ha evocato anche l’atmosfera della Napoli del Seicento e Settecento, “che brulica di vita, di curiosità, di fatti enormi”.
Attraverso la prosa di Vico, complessa ma intensa, lo scrittore invita a riscoprire l’importanza del racconto e del mito: “Vico teneva molto ai miti e alle figurazioni, riteneva che i popoli avessero bisogno di racconti”.
L’autore ha voluto rendere Vico spettacolare, “più vivo e alla portata di tutti”, per far comprendere un pensiero “profondo ma a tratti oscuro, attraverso la chiarezza delle immagini e la forza delle parole”.
Secondo Veneziani, oggi viviamo in quella che Vico avrebbe definito una nuova fase di decadenza: “Siamo probabilmente in un ciclo di decadenza agli occhi di Vico, anche se non la immaginava come una decadenza dell’umano a favore della tecnologia”.
La nuova barbarie moderna
Un momento particolarmente attuale dell’incontro è stato quello in cui Marcello Veneziani ha richiamato un passo de “La Scienza nuova”, il celebre trattato di Giambattista Vico. “In quest’opera”, afferma, “Vico racconta l’evoluzione delle società come un ciclo destinato a ripetersi: nascita, crescita, apice e poi decadimento, prima che tutto ricominci da capo”.
Da qui la riflessione inevitabile: a che punto del ciclo storico siamo oggi? “Vico non pensava certo all’intelligenza artificiale”, osserva Veneziani, “ma parlava di una ‘barbarie rinnovata‘, che non nasce dalla povertà o dall’ignoranza, bensì in un’epoca avanzata come la nostra. È una barbarie tecnologica, raffinata, che smarrisce però l’anima e la memoria”.
Un monito che risuona potente oggi, nel tempo della tecnologia e della smaterializzazione culturale.
Nel video servizio a inizio articolo le immagini dello spettacolo e l’intervista completa a Marcello Veneziani.







