carcere sanremo

Durante la giornata di ieri, nel carcere di Sanremo, un detenuto, in evidente stato di alterazione, è salito sul tetto della zona passeggi, mentre un altro, intorno alle ore 20, ha appiccato un incendio nel reparto isolamento. A darne notizia è Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe Liguria.

“La situazione del carcere di Valle Armea è ormai al limite – dichiara – e questi episodi ne sono la drammatica conferma. Il personale della polizia penitenziaria è sottoposto a carichi di lavoro insostenibili, con turni che spesso superano le 12 ore consecutive. A fronte di una capienza regolamentare di 223 posti, i detenuti presenti sono circa 260, gestiti da appena 155 unità operative, quando ne servirebbero almeno 185. E a questo numero vanno sottratti oltre 30 agenti assenti da tempo per motivi vari”.

“Non si può più tergiversare – prosegue il sindacalista – è necessario intervenire con urgenza per deflazionare la popolazione carceraria e potenziare l’organico in servizio. La presenza di detenuti affetti da gravi patologie psichiatriche, non adeguatamente seguiti né curati, rende la gestione quotidiana ancora più complessa e pericolosa. Servono scelte organizzative più efficaci e misure concrete per tutelare gli agenti e garantire la sicurezza dell’istituto”. “Il Sappe Liguria ribadisce con forza l’urgenza di un intervento strutturale che metta fine a una situazione non più sostenibile, per il bene della sicurezza interna e della dignità di chi ogni giorno opera in prima linea”, sottolinea Tristaino.

Commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il Sappe denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62.000 presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure la politica se n’è completamente fregata”.

“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Valle Armea a Sanremo per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”, conclude il leader del Sappe. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto e assenza di polizia penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”