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Garantire che il mare sia pulito e sicuro non è un compito semplice: dietro a questo c’è un sistema rigoroso di controlli ambientali. In Liguria, la responsabilità del monitoraggio della qualità delle acque di balneazione spetta ad Arpal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure, che opera su mandato della Regione.

A spiegarci come funziona è Valeria Tomei, responsabile del settore qualità delle acque del Ponente.

Le parole di Valeria Tomei – Il monitoraggio

“Il monitoraggio deriva dal decreto legislativo nazionale 116 del 2008, che recepisce una direttiva europea. Questo garantisce che i controlli vengano effettuati con gli stessi criteri su tutto il territorio nazionale. In Liguria, l’attività è affidata ad Arpal dalla Regione, attraverso la legge regionale 20 del 2006, che assegna all’agenzia tutte le fasi: dalla programmazione all’esecuzione, dall’elaborazione e validazione dei dati fino alla loro comunicazione agli enti“, ha esordito ai nostri microfoni Valeria Tomei.

Nello specifico, come funziona? 

Ogni anno la Regione individua i punti di campionamento: “In provincia di Imperia”, ha spiegato Tomei, “i punti di balneazione sono 86, mentre in tutta la Liguria sono 381. La norma prevede un campionamento mensile dal mese di aprile a settembre: aprile è un mese propedeutico, utile a verificare che la stagione balneare, che inizia ufficialmente il 1° maggio, possa partire in sicurezza. Nei tratti classificati come ‘sufficienti’ o ‘scarsi’ la frequenza raddoppia: due controlli al mese. A questi si aggiungono i campionamenti extra, effettuati in caso di criticità, ad esempio dopo uno sversamento o una rottura fognaria”.

I campioni vengono raccolti sia via mare sia via terra, con modalità diverse a seconda della tipologia di controllo.

Quali sono i parametri che tenete in considerazione?

“Il monitoraggio di balneazione è volto alla salute del cittadino. Si tratta di parametri microbiologici che indicano eventuali contaminazioni di natura fognaria. Sono indicatori ‘sentinella’. Se i valori superano i limiti stabiliti dalla legge, Arpal comunica immediatamente agli enti competenti e il Comune emette un’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione, che viene revocata solo dopo un nuovo campionamento conforme”.

Ai sensi del decreto legislativo 116/08 le acque di balneazione vengono classificate in quattro categorie: eccellente, buona, sufficiente e scarsa. La valutazione si basa su indicatori microbiologici calcolati sui percentili di riferimento. Per ogni acqua è predisposto un ‘profilo‘ con dati geografici, impatti ambientali e stato qualitativo. I risultati sono pubblici: “Chiunque”, ha sottolineato Tomei, “può consultare in tempo reale i dati sul portale Arpal”.

Una volta che avete il campione poi come funziona? 

“La filiera del campionamento è questa: Arpal esegue il campionamento via mare e via terra. Viene portato e consegnato all’accettazione del dipartimento Arpal di Imperia. Dopodiché un corriere dedicato di Arpal consegna e trasporta il campione presso la sede di Savona dove avviene la determinazione vera e propria microbiologica”, ha illustrato Tomei. “Quindi il campione viene comunque inoculato in piastre a pozzetti e poi messo in incubatrice e il dato è disponibile poi il giorno seguente, sostanzialmente dopo massimo 24 ore. La norma stabilisce che è considerato un campione non conforme anche con il superamento di uno solo dei due parametri“.

Un lavoro di squadra

Infine, i ringraziamenti. “In provincia di Imperia i campionamenti sono effettuati dai colleghi Fabrizio Paglieri e Sabina Barone, con il supporto di Olpa, che collabora ad aspetti logistici, scientifici e tecnici”, ha concluso.

L’intervista integrale a Tomei nel video-servizio a inizio articolo.