“L’iniziativa della cosiddetta ‘campana dei bambini non nati‘ installata a Sanremo è un atto inopportuno e poco delicato, che rischia di trasformare un tema complesso e doloroso in uno strumento di colpevolizzazione delle donne. In un Paese in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è regolata da una legge dello Stato – la legge 194 – frutto di un equilibrio alto tra tutela della salute, autodeterminazione e responsabilità, ogni messaggio pubblico che insinui giudizio morale o pressione simbolica sulle scelte delle donne è inaccettabile. La Chiesa cattolica – anzi no, non voglio cadere in sgradevoli generalizzazioni – quindi: la diocesi Ventimiglia-Sanremo dovrebbe interrogarsi sulle proprie priorità. Non può essere il corpo delle donne, né le loro scelte, il terreno su cui costruire campagne simboliche o identitarie. Il rispetto della laicità delle istituzioni e della libertà di coscienza è un valore fondante della nostra democrazia. Difendere la legge 194 significa difendere la dignità, la salute e l’autonomia delle donne, non promuovere la superficialità o la mancanza di rispetto per la vita. Serve meno retorica e più rispetto. Serve ascolto, non giudizio. Nei discorsi politici come nelle omelie. E serve, soprattutto, non usare simboli pubblici per alimentare divisioni e sensi di colpa. Le campane scandiscono non solo il tempo della chiesa, ma il tempo della nostra comunità, e il tempo comune dovrebbe essere segnato dal rispetto”, cosi il consigliere regionale PD Enrico Ioculano in merito all’iniziativa del vescovo Antonio Suetta.








