Un progetto avviato il 1° gennaio 2012 e presentato come passo verso una mobilità più moderna si è progressivamente trasformato in un caso emblematico di gestione inefficiente delle risorse pubbliche. Si tratta dell’iniziativa dei bus a idrogeno di Riviera Trasporti, oggi oggetto di un’indagine della Corte dei Conti, che contesta un presunto danno erariale superiore al milione di euro.
Il progetto era partito con un finanziamento previsto di oltre 9,8 milioni di euro provenienti da Unione Europea, Regione Liguria e Fondazione Carige. Quest’ultima, dopo un iniziale impegno a versare 3,5 milioni tramite un accordo del 2013, si era poi tirata indietro dichiarando di non poter finanziare società a scopo di lucro. Per compensare, Rt cedette alla Fondazione il terreno destinato alla stazione di rifornimento, pagando però un affitto annuo di 45mila euro per un’area mai utilizzata. Nel 2015, a causa dei ritardi e della mancanza di risultati, la Commissione Europea ridusse il progetto da cinque a tre autobus, prorogandone la scadenza al 2019. Rt restituì due mezzi al fornitore, che divenne creditore nella procedura concordataria per 700mila euro. Nello stesso anno, la società decise anche di rinunciare all’acquisto di 14 bus a gasolio, destinando circa 1,94 milioni di fondi regionali alla prosecuzione del progetto dell’idrogeno, ormai compromesso.
Nel 2021 il CdA deliberò la dismissione dei beni non strategici, tra cui i tre bus a idrogeno rimasti e il diritto di superficie sul terreno della Fondazione Carige.
Le indagini della Guardia di Finanza portarono al ritrovamento dei mezzi abbandonati in un deposito di Sanremo e del terreno dell’impianto mai realizzato in stato di degrado. Il fallimento dell’iniziativa, che non ha prodotto risultati e ha aggravato la situazione finanziaria di Rt, è alla base dell’azione della Corte dei Conti, che contesta un presunto danno erariale di 1.056.398,55 euro a 19 ex amministratori e dirigenti: Enzo Teodoro Amabile, Sandro Corrado, Federico Fontana, Giancarlo Ghinamo, Gianfranco Benzo, Roberto Barla, Katia Giordano, Marina Avegno, Marcello Moraldo, Pellegrina Marenco, Riccardo Giordano, Paola Castelli, Andrea Piana, Giovanni Barbagallo, John Pasqui, Sara Lercaro, Nicoletta Cristiani, Maurizio Temesio e Valerio Zanin.
L’iniziativa della Corte dei Conti, impone, secondo il consigliere d’opposizione a Imperia, Luciano Zarbano, una riflessione seria anche su un’altra vicenda tutta imperiese: quella delle navette a guida autonoma.
“Le navette senza conducente acquistate con fondi PNRR risultano oggi di fatto inutilizzate per il trasporto pubblico locale”, esordisce il consigliere. “Questa è la realtà che si sta delineando a Imperia e che solleva interrogativi pesanti sulla corretta gestione delle risorse del PNRR da parte dell’amministrazione comunale. Parliamo di mezzi acquistati per promuovere una mobilità innovativa e sostenibile che, ad oggi, non sono in servizio. Mancano infatti il completamento della fase sperimentale e, soprattutto, i presupposti normativi, organizzativi e infrastrutturali necessari per un reale utilizzo nel TPL. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: mezzi nuovi e costosi che, salvo qualche sporadica prova senza passeggeri, restano fermi, mentre incombono scadenze precise e obiettivi vincolanti imposti dal PNRR”.
“Se l’operazione non dovesse arrivare a compimento”, dichiara Zarbano, “si aprirebbe un possibile fronte di responsabilità contabile. Qualora emergesse un danno erariale – per spreco di risorse pubbliche, perdita dei finanziamenti o impossibilità strutturale di utilizzare le navette per gli scopi dichiarati – la Corte dei Conti potrebbe valutare responsabilità non solo dirigenziali, ma anche politiche. In particolare, potrebbero essere chiamati in causa la giunta e i consiglieri che hanno votato gli atti di acquisto, se dovesse risultare una scelta priva di adeguata istruttoria o gravemente negligente”.
“Il punto centrale è una domanda tanto semplice quanto decisiva: al momento dell’acquisto, il Comune aveva davvero pianificato in modo concreto e realistico le condizioni per far circolare queste navette? Se la risposta fosse negativa, e se l’intero progetto si traducesse in mezzi inutilizzabili e risorse sprecate, l’intervento della magistratura contabile diventerebbe una possibilità tutt’altro che remota. Ora tocca al Comune dimostrare che le promesse non resteranno solo sulla carta. Perché ogni euro pubblico speso senza effetti reali sul servizio ai cittadini non è solo un’occasione persa, ma un euro tolto alla comunità”, conclude.








