ginkgo biloba

“Anche gli alberi hanno la loro Caporetto. Il secondo dei 3 ginkgo biloba piantumati nella parte est della piazza della stazione di Bordighera, dopo aver resistito poco piĂą di un anno, non ce l’ha fatta. Uno era stato abbattuto da un’auto il 30 dicembre 2021. Ne rimane uno in condizioni molto preoccupanti”, commenta il comitato spontaneo del verde di Bordighera.

“Siamo semplici cittadini che considerano le piante, il verde, il mondo vegetale non un “arredo urbano” al pari di una panchina o di una statua. Le piante hanno vita e danno vita, e lo sanno non solo coloro che se ne occupano sotto un profilo scientifico, ma le civiltĂ  e le tradizioni che di fronte agli alberi si piegano in un profondo inchino riconoscendone dignitĂ  e bellezza. Nel nostro piccolo seguiamo le vicende degli alberi di Bordighera e cerchiamo di segnalare tempestivamente gli abusi e i rischi a cui sono esposti per stimolare interventi correttivi”, continua.

“La storia infausta dei ginkgo biloba di piazza della stazione inizia nella primavera 2021”, ricorda il comitato. “Nel contesto del rifacimento della piazza, i giovani ginkgo vengono messi a dimora in buche di circa 50 cm. di diametro, anche se nel massimo del fulgore di questi alberi antichissimi, i tronchi potranno raggiungere il metro di diametro per reggere chiome alte 30-40 metri. Non c’è impianto di irrigazione. Non c’è protezione degli esili tronchi. Succede che “forse” i posteggi auto non sono ben distanziati tra loro, “forse” la loro angolazione non è ottimale, “forse” è l’imperizia di chi guida, sta di fatto che i poveri alberi subiscono ripetuti e violenti urti delle auto in manovra. A piĂą riprese, anche con articoli inviati alla stampa locale, viene fatta presente la situazione chiedendo che intorno ai piccoli e delicati fusti siano messe delle protezioni. Così viene fatto ma troppo tardi, a nulla sono servite. Uno dopo l’altro i ginkgo ci stanno lasciando”.

“La domanda che ci poniamo è: qual è la molla che spinge a progettare senza tener conto delle necessitĂ  di un albero? Se il compito di un’amministrazione è, tra le altre cose, cercare di prevedere, con la ricerca di dati sufficientemente certi, quello che potrĂ  accadere, se le risorse destinate al verde pubblico sono limitate, e se il numero delle forze impiegate è inferiore alle reali necessitĂ  e gli addetti non potranno occuparsi di tutto al meglio, molto piĂą onesto e corretto sarebbe in alcuni casi limitare la messa a dimora e dire chiaramente ai cittadini come stanno le cose”, puntualizza il comitato. “Il verde pubblico è bene comune, e ogni perdita depaupera la comunitĂ  di ciò che le appartiene, non solo sotto il profilo estetico e salutistico (pensiamo alla grande funzione, soprattutto in cittĂ , dell’assorbimento del CO2 e delle polveri sottili), ma anche sotto quello economico”.

“Se nessuna amministrazione è perfetta, è dovere, come per ogni singolo, tendere al meglio e resistere alle spinte velleitarie che si traducono in interventi inutili, dannosi, e dolorosi”, conclude.