La proposta di riforma che ridisegnerà l’assetto delle aziende sanitarie liguri è attesa nei prossimi giorni all’esame della giunta regionale. La riforma prevede la creazione di un’unica azienda sanitaria regionale, con un direttore generale e un bilancio unico, al posto dei cinque attuali. Le cinque Asl diventeranno aree territoriali – Imperia, Savona, Genova, Tigullio e La Spezia – più una sesta struttura (‘Liguria Salute‘, ex Alisa) con un proprio direttore.
L’obiettivo – dichiarato dal presidente Marco Bucci – è di approvare, entro dicembre, una legge quadro che introduca l’Asl unica regionale. Ma l’opposizione frena e chiede chiarimenti.
Ai nostri microfoni è intervenuto il consigliere regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Sanità, Enrico Ioculano.
Asl unica – Le parole di Enrico Ioculano
“Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto parte della documentazione che verrà presentata dalla giunta Bucci sulla riforma. È una riforma che si vuole portare avanti in tempi molto stretti. Noi stiamo predisponendo un documento di risposta del centrosinistra, per capire se alcune nostre proposte potranno essere accolte. Le prime notizie che emergono lasciano più di una perplessità: sembra che si stia ragionando solo su una riforma della governance, senza benefici reali per i cittadini. Si tratta, dunque, di una riforma parziale”, ha esordito ai nostri microfoni Enrico Ioculano.
Che cosa prevede il documento che vi è stato consegnato?
Il documento presentato dalla Regione prevede il passaggio da cinque Asl a un’unica azienda sanitaria regionale, che accorperà anche i principali ospedali genovesi.
“Da quello che abbiamo visto – ha spiegato Ioculano – il riassetto porterebbe a una sola Asl, con l’inserimento delle principali strutture ospedaliere di Genova. La soppressione della figura dei direttori generali rischia di creare difficoltà operative sui territori. Inoltre, l’ampiezza territoriale di questa nuova Asl solleva molte domande: significa che un cittadino dell’imperiese potrebbe ottenere prestazioni a La Spezia o nel Tigullio? O che chi oggi lavora per l’Asl 1 potrà essere spostato all’Asl 4 o 5? Su questi aspetti non c’è chiarezza, e chiederemo risposte precise in sede di discussione, sempre che ci sia la volontà da parte dell’amministrazione regionale di discuterne”.
Quali sono i prossimi passi?
“Adesso attendiamo che venga messa a calendario. Sappiamo che la giunta approverà la legge nei prossimi giorni, per poi avviare la discussione in Commissione Sanità e successivamente in Consiglio regionale. Vorrei precisare che una riforma di questo tipo richiederebbe mesi di confronto, ma non sembra questa l’intenzione della maggioranza. Nel documento si parla già di liquidare le attuali Asl dal primo gennaio: un’impostazione che non condividiamo e che sarà motivo di scontro”, ha dichiarato il consigliere regionale del Pd.
“Nei prossimi giorni presenteremo un documento con soluzioni diverse”
“Stiamo analizzando attentamente il testo che ci è stato consegnato – ha affermato Ioculano. – Chi fa opposizione deve essere serio: non si chiude la porta a priori, ma si studia per capire se ci sono aspetti positivi e si formulano proposte alternative. Al momento, però, abbiamo forti dubbi sulla bontà di questa riforma. Nei prossimi giorni presenteremo un documento con soluzioni diverse“.
L’analisi dal territorio imperiese
“Uno dei limiti di questa riforma è che si basa solo esclusivamente sull’offerta senza partire dai bisogni reali dei liguri. Nessuno ha fatto un’analisi epidemiologica per capire quali siano le priorità. Sulla base di quello tu ti concentri e rimoduli l’offerta di prestazioni”, ha sottolineato.
“È un po’ come per le liste d’attesa: nessuno si chiede se le prestazioni richieste siano appropriate. I tecnici ci dicono che oltre il 30% delle richieste di diagnostica per immagini è inappropriato, cioè non andrebbero fatte. Quindi nessuno sta intervenendo sulla domanda, tutti intervengono sulle offerte. Noi stiamo dando un sacco di soldi per esempio ai privati per aumentare le loro prestazioni, vuol dire che noi stiamo buttando via un sacco di soldi perché il 30% di quelle prestazioni – e ci fidiamo di quello che ci dicono i tecnici – non andrebbero fatte. Questo è un problema di cui non si sta occupando la giunta Bucci”, ha proseguito il vicepresidente della Commissione Sanità.
“Rischio isolamento per i territori”
“Nel territorio imperiese – ha poi commentato il consigliere del Pd – spariranno il direttore generale, il direttore sanitario, quello socio-sanitario e quello amministrativo. Non è chiaro come potrà esserci la stessa interazione tra territorio e vertici. Oggi, ad esempio, i primari discutono i budget con il direttore generale locale; domani dovranno andare a Genova, in coda con tutti i primari della Liguria, per definire i propri fondi. Potete immaginare le difficoltà”.
Controversie anche per quanto riguarda la situazione dei dirigenti
“I dirigenti vengono spesso usati come capro espiatorio – ha evidenziato Ioculano. – L’assessore Nicolò ha dichiarato che le liste d’attesa si sono ridotte: se è così, significa che i direttori generali qualcosa di buono hanno fatto. Contestualmente quando è l’ora di presentare una riforma che elimina sostanzialmente quasi tutti i direttori generali, escono sui giornali articoli in cui si dice che non hanno raggiunto degli obiettivi e che non sono bravi. È un comportamento scorretto: si giudichi il loro operato in base ai risultati, non per giustificare una riforma già decisa”.
“L’acronimo Asl verrà sostituito da un altro significato che sarà area sanitaria Ligure che non è un’azienda”
“Non bisogna farsi prendere in giro. L’Asl 1, la nostra azienda sanitaria, quella imperiese, quella savonese, quella genovese fino a quella Spezia spariranno. L’acronimo Asl verrà sostituito da un altro significato che sarà area sanitaria Ligure, che non è un’azienda. Vuol dire che ci sarà un coordinatore che dipenderà sempre da un unico direttore generale che non avrà particolari poteri gestionali, se non quello di controllare la correttezza dei bilanci. Lo dico perché qualcuno dirà ‘ma non ci toccano l’Asl’. No, la toccano, cambia il significato“, ha puntualizzato il consigliere regionale.
Nel video-servizio a inizio articolo l’intervista a Enrico Ioculano.







