carcere sanremo

Alta tensione, ieri pomeriggio, nel carcere di Valle Armea, a Sanremo. Spiega Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Un detenuto straniero di 35 anni, non potendo fare una telefonata, Ăš andato in totale escandescenza, devastando locali e arredi della III Sezione, persino l’ufficio Agenti. Attimi di fortissima tensione che solamente il sangue freddo e la professionalitĂ  dei poliziotti, che hanno isolato il facinoroso, ha evitato conseguenze drammatiche”. Il sindacalista denuncia che â€œquesto Ăš solamente l’ultimo dei sempre piĂč frequenti atti violenti messi in atto dai detenuti ed Ăš grave che l’amministrazione non riesca a trovare rimedio e lasci il personale abbandonato a sĂ© stesso. Forte e sentito Ăš il ringraziamento a tutti i poliziotti intervenuti con grande sacrificio”. 

Ferma la denuncia del SAPPE: “Si tratta di eventi conseguenti ad una situazione di tensione carceraria nel Distretto piemontese-aostano-ligure già ampiamente evidenziata dal SAPPE, per altro aggravata dalla mancanza di personale: chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del PRAP ed interventi concreti a favore dei colleghi del carcere di Sanremo”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che esprime solidarietĂ  e vicinanza a tutto il Reparto operativo di Valle Armea, a Sanremo, servono â€œinterventi urgenti e strutturali che restituiscono la giusta legalitĂ  al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. 

Il riferimento del leader nazionale del SAPPE Ăš alla necessitĂ  di “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre piĂč numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. 

Ma Capece torna anche a sollecitare, per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perchĂ© di ogni detenuto Ăš possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.