Due sono gli argomenti âtormentoneâ a Ventimiglia. Risolto, pare, quello relativo al futuro del Saint Charles presidio ospedaliero di tutto il comprensorio intemelio, resta attuale e vivo piĂč che mai quello dellâemergenza migranti.
Il no ad un centro di accoglienza in cittĂ non impedisce di certo lâarrivo quotidiano di gruppi di extracomunitari che vedono lâattraversamento del confine con la Francia come un passo fondamentale per il loro viaggio della speranza.
A cercare di aiutare questi e altri bisognosi câĂš la Caritas Intemelia.
âA giugno sono passate da noi 1776 persone e abbiamo somministrato circa 2200 pasti â ricorda Christian Papini della Caritas â nei primi giorni di luglio i numeri si sono un poâ abbassati ma da questa settimana non scendiamo mai sotto i duecento arrivi giornalieri, e arrivano soprattutto da Eritrea e Sudanâ.
âArrivano qui, vanno a cercare qualche posto per dormire e sperano di trovare qualche passeur âonestoâ nel senso che questa categoria di sfruttatori ora Ăš rappresentata da gente cattiva e senza scrupoli che ruba quei pochi soldi che gli sono rimasti, poi li lasciano prima della frontiera, e chiedono alle donne che non hanno abbastanza denaro di pagare in naturaâ.
âLa mancanza di un centro di accoglienza â prosegue Papini â rende i migranti ancora piĂč vulnerabili e senza protezione. Se ci sono risse, causate dal mancato rispetto degli accordi tra passeur e migrante, queste avvengono quasi sempre di notte. Ballano tanti soldi, da 300 a 800 euro per passare la frontiera, chi viene a sfruttare lo fa per pochi giorni, una settimana, raccoglie il gruzzolo, e al suo posto ne arriva un altro. CosĂŹ diventa difficile anche per le forze dellâordineâ.
âDa un poâ gira anche la voce che da Marsiglia e Nizza entrano in Italia dei delinquenti che vogliono approfittare di un certo caos per devastare negozi e rubare – termina Christian Papini – tanto poi la colpa Ăš sempre dei migranti. Cinque anni fa si era verificato lo stesso fenomeno, e venivano da noi anche per mangiare ma avevano pretese, si lamentavano, non rispettavano la coda ed erano pronti ad alzare la voce. Questo i migranti non lo fannoâ.