Davide Trevia

Il mondo alberghiero è in subbuglio dopo le dichiarazioni dell’ex Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, riferite in particolare a una difesa del mondo degli affitti brevi, poti in contrapposizione all’attività alberghiera. Sulla vicenda interviene il Presidente provinciale della Federalberghi Confcommercio Davide Trevia:

Riteniamo poco corrette le dichiarazioni rilasciate in un’intervista andata in onda ieri dall’ex Ministro del Turismo Garavaglia, nella quale ha affermato di ritenere poco corretto l’aumento dell’aliquota al 26% anche per il primo appartamento affittato a breve termine. Togliere dalla legge di bilancio questo aumento significherebbe portare l’ennesimo vantaggio a chi affitta sotto i 30 giorni, come afferma il Presidente nazionale di Federalberghi Bocca.

Un albergatore non paga le tasse in proporzione a quanti alberghi ha. Nel momento in cui io ho un appartamento e lo dedico ad un’attività commerciale, quali sono gli affitti brevi, che io ne abbia uno, due o tre, è giusto che io paghi delle tasse adeguate. Entrambi diamo lo stesso servizio: affittiamo camere, con la differenza che gli affitti brevi pagano l’IMU di una civile abitazione e la TARI di una civile abitazione. E per questo riteniamo che siano già abbastanza favoriti, perciò non penso sia una catastrofe portare l’aliquota al 26%.

Dire che in hotel si spende nettamente di più è un principio sbagliato; in Italia sono censite 632 mila strutture ricettive, di queste solo 32.200 sono hotel, con il 22% a 4-5 stelle e il 55% a tre stelle. Quindi se si va in un hotel di 2 o 3 stelle si spende una cifra in linea con il mercato e perfettamente sostenibile.

Dire che gli affitti brevi hanno un carattere sociale è una castroneria enorme, visto che proprio il proliferare di queste attività ha reso impossibile trovare un alloggio a medio e lungo termine, mettendo in crisi categorie come studenti e lavoratori fuori sede. Una tassazione inferiore e dei controlli che definire blandi è dire poco, permettono inoltre a queste attività di essere più competitive sul mercato dei prezzi, generando una concorrenza sleale con le strutture alberghiere. Ricordiamoci che nei mesi di luglio e agosto molte nostre città vanno in crisi poiché in un appartamento che si può affittare a 3 persone ne entrano magari 6, poiché i controlli sono praticamente inesistenti. E questo genera anche problematiche di parcheggi e una maggior pressione su fognature, acquedotti e raccolta dei rifiuti.

Sia ben chiaro: noi non siamo contro gli affitti brevi, anzi reputiamo siano una risorsa in alcune zone dell’entroterra per ripopolare e rendere più vive certe zone, ma nei centri storici creano problemi. Dire che hanno un carattere sociale quando i centri storici vengono svuotati dei residenti, aumentano in dismisura le liti nei condomini (immaginate il via vai continuo in un pianerottolo di un palazzo), creano concorrenza sleale alle strutture alberghiere che danno lavoro a migliaia di famiglie, è una frase che non accettiamo”.

Sono convinto che snellendo le procedure di sfratto per gli inquilini morosi (i proprietari di immobili spesso optano per un affitto breve perchĂ© sono terrorizzati dal mettersi in casa un inquilino che non paga) e aumentando i controlli, sanzionando chi non rispetta le regole, la bolla degli affitti brevi sia destinata a finire molto rapidamente“.