gianni Berrino

“La storia del presunto ritardo della cassa integrazione in deroga e soprattutto quella del ritardo con cui regione avrebbe trasferito i dati all’INPS per permetterle di procedere ai pagamenti Ăš proprio questo, una storia. Una bufala. Che qualcuno si ostina a ripetere sperando che prima o poi qualcuno la creda vera”. L’assessore all’Occupazione Gianni Berrino ripercorre la cronistoria della questione cassa integrazione in deroga in Liguria.

“Innanzitutto Regione Liguria Ăš stata la prima ad attivarsi per ricevere le domande – elenca Berrino -, ha portato avanti una battaglia, poi vinta, perchĂ© nel decreto venissero comprese anche le persone assunte tra il 23 febbraio e 17 marzo, che erano state inizialmente escluse. Abbiamo portato avanti anche un’altra battaglia, vinta ancora una volta, perchĂ© non fosse necessario il bollo per le domande stesse. Fino all’8 aprile poi, non Ăš stato possibile sapere dall’INPS quale fosse il percorso per inviare le pratiche alla stessa INPS, e dal 14, subito dopo Pasqua, come la maggior parte delle regioni, abbiamo cominciato a decretare e inviare le domande all’Istituto nazionale di previdenza sociale, perchĂ© potesse cosĂŹ provvedere ai pagamenti”.

“Oltre a questo – prosegue Berrino – ci siamo fatti carico di un lavoro in piĂč, non richiesto: abbiamo cioĂš fatto rendicontare alle aziende il numero di persone e i numero di ore, mese per mese, in modo tale che l’INPS avesse in mano quanto ogni singola azienda e ogni singolo lavoratore dovessero ottenere, e l’ente stesso non dovesse effettuare controlli. Non abbiamo nessuna domanda giacente, siamo anzi in attesa che oltre 4mila aziende rendicontino le proprie domande rispettivamente per numero di ore e di lavoratori o lavoratrici che hanno utilizzato la casa. Chi afferma il contrario lo fa per mera speculazione elettorale e politica – afferma Berrino – e lo fa nel modo peggiore, toccando la carne viva della gente in un momento di grande difficoltĂ  per tutti”.

“In piĂč – conclude – il Governo avrebbe dovuto istituire per questa partita uno strumento speciale, e non affidarsi in questo momento a uno dispositivo ordinario come quello della cassa in deroga, che di solito richiede oltre 3 mesi per essere ottenuta. Un impegno, quest’ultimo, che si Ăš andato a sommare al grande lavoro che giĂ  deve svolgere l’Inps, alle prese con i rimborsi da 600 euro, la cassa ordinaria, i fondi d’integrazione salariale e il reddito di cittadinanza”.