
Da sempre la fine della stagione estiva rappresenta in qualche modo un tempo per bilanci e riflessioni sul futuro. In questo contesto la nostra attenzione si Ăš rivolta sullâindustria locale della pesca, tracciando un bilancio con Lara Servetti, del Dipartimento pesca Legacoop agroalimentare Liguria.
In particolare Ăš emerso come le difficoltĂ percepite a livello nazionale dallâintera categoria, dovute a burocrazie e limiti ambientali, vengano amplificate nel contesto ligure e della provincia di Imperia, dove viene colpito ancora piĂč duramente un tipo di pesca principalmente composto da piccoli e piccolissimi equipaggi. “Un inquadramento burocratico che non tiene conto delle realtĂ lavorative. Sono regolamenti adatti ai grandi pescherecci che rimangono in mare giorni. Le nostre imbarcazioni da pesca non rimangono fuori porto piĂč di 24 ore,” spiega Servetti.
Oltre ai rigorosi adempimenti burocratici, una delle principali criticitĂ emerse dal confronto Ăš il divieto alla pesca di un certo tipo di specie marittime, come il tonno rosso. Infatti, nel caso di cattura anche solo accidentale di una delle specie colpite da divieto, il comandante dellâimbarcazione si espone al rischio di consistenti sanzioni, sia di natura pecuniaria (fino a 12 mila euro), sia sotto forma di punti detratti direttamente dalla propria patente e licenza di pesca.
Del resto, come conferma Lara Servetti senza usare mezze misure, âSe peschi un tonno Ăš un disastroâ. Ed effettivamente, la ripartizione tra i pescherecci delle quote che consentono la pesca â anche in via solo accidentale â del tonno rosso penalizza fortemente il nostro territorio regionale. Puntualizza in proposito la Servetti, âin Liguria non esiste nemmeno unâimbarcazione autorizzata alla pesca del tonno rosso. Pesce che sarebbe molto importante per i nostri pescatori. Mentre ci sono 50 imbarcazioni, alcune anche nel Ponente, autorizzate alla pesca del pesce spada su un totale di 850 in tutta Italia. Come si puĂČ pensare che questi pescatori abbiano la forza telepatica di comunicare ai tonni di non abboccare al proprio amo?â
Resta dunque la primaria necessitĂ di promuovere efficacemente le istanze della categoria presso gli attori istituzionali piĂč pertinenti, dal contesto locale a quello nazionale, sino allâUnione Europea. A tal proposito, conclude Lara Servetti, si sottolinea lâimportanza di condurre studi sperimentali basati sullâapproccio scientifico, in modo da sostenere e legittimare ulteriormente le rivendicazioni della categoria nelle sedi competenti.
L’intervista integrale a Lara Servetti Ăš visibile nel video-servizio di Riviera Time.