Il risultato della sentenza del TAR sancisce un concetto chiave: esclude che una DOP Taggiasca possa nascere senza sostituzione del nome della varietĂ .
Occorre quindi modificare il nome nel Registro delle VarietĂ per tutelare la produzione locale di Taggiasca con la denominazione di origine protetta. E la sentenza del TAR non preclude che il Ministero delle Politiche Agricole possa intervenire in futuro in questo senso.
E se qualcuno vuole ancora sottovalutare il problema enorme che si sta aprendo per la sopravvivenza delle aziende sul territorio, basta una dato: il CNR di Sesto Fiorentino ha certificato che dal 2012 a oggi, si sono distribuite mediamente nei vivai toscani circa 120 mila piante di taggiasche allâanno.
120 mila piante per 7 anni fa una media di 840 mila piante vendute in giro per lâItalia e per il mondo, che stanno a significare che presumibilmente giĂ ci sono circa 3 mila ettari coltivati fuori territorio imperiese e savonese.
Ă come se ogni anno un intero Comune dell’imperiese o del savonese avesse un nuovo concorrente, peraltro con maggiori capacitĂ produttive legate alla meccanizzazione e agli impianti intensivi. Peccato che nessuno sappia dove sorgono questi nuovi concorrenti.
“Ormai Ăš piĂč che mai evidente, a tutti i livelli istituzionali, che il nodo cruciale per ottenere una DOP della Taggiasca sia la sostituzione del nome della varietĂ – sottolinea il presidente del Comitato Promotore per la Taggiasca DOP, Roberto De Andreis -. Per questo chiediamo alla Regione Liguria che si faccia carico di avviare in tempi solleciti lâiter che porti a sgombrare il campo da questo impedimento. Cambiare il nome della cultivar significa che le olive di questi ettari fuori territorio non potranno piĂč chiamarsi taggiasche e le nostro invece si. Se non si riuscirĂ invece a raggiungere in tempi rapidi l’ottenimento della taggiasca DOP, aumenteranno sempre di piĂč le produzioni di olive taggiasche fuori Liguria con un conseguente abbassamento dei prezzi e un abbandono delle campagne. Ecco perchĂ© continuiamo a batterci per la Taggiasca DOP” .








