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Il convento degli Agostiniani costituiva sin dalla sua costruzione (1487) una delle emergenze architettoniche di maggior rilievo nel contesto extra urbano di Ventimiglia. Dalla metà del Seicento vi dimorò il frate Angelico Aprosio, illustre letterario e bibliofilo, stabilendovi la prima sede della sua ricca collezione di libri e oggetti d’arte, ora ospitati nella Biblioteca Civica che ricorda il suo nome.

Secondo la descrizione fatta dall’agostiniano ne “La Biblioteca Aprosiana“, la chiesa annessa al convento, dedicata a Nostra Signora della Consolazione, era articolata in tre navate separate da pilastri ottagonali, con cinque cappelle per lato, due delle quali poste sul fondo, ai lati del presbiterio, ancora oggi visibili. Dal coro si accedeva al campanile e da questo al chiostro quadrangolare, col giardino al centro, recuperato negli anni Cinquanta dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Al piano terreno, oltre alla sala capitolare, erano disposti i locali di servizio; al piano superiore si trovavano le quattordici celle del dormitorio e la foresteria.

Dopo la soppressione dell’ordine religioso, l’incameramento dei beni nel patrimonio statale determinato dalle leggi eversive post unitarie e i danni causati dal terremoto del 1887, il convento subì profonde e radicali trasformazioni divenendo anche sede carceraria.