luciano zarbano

“Pare che a Imperia sia nato un nuovo ruolo istituzionale: l’Ascaro. A coniarlo è stato il nostro ‘amato’ sindaco”, commenta il consigliere comunale Luciano Zarbano. Il riferimento è al sindaco Claudio Scajola, che lo aveva definito “Ascaro inconsapevole” per aver chiesto il rinvio di una pratica di una decina di giorni.

“Il motivo? Semplice e banale: la pratica era incompleta. Un’accusa grave, soprattutto se rivolta a chi ha ancora il vizio – ormai rivoluzionario – di voler leggere gli atti prima di votarli”, aggiunge Zarbano.

“Chiedere documenti mancanti, tariffe non allegate e chiarimenti su atti richiamati ma irreperibili non sarebbe esercizio del mandato, bensì sabotaggio. Una vera rivoluzione concettuale che meriterebbe un posto nei manuali di diritto amministrativo: Art. 1 – prima vota e poi capisci… se hai voglia”, prosegue.

Nel linguaggio politico, spiega Zarbano, “Ascaro ha un significato chiaramente dispregiativo: indica chi segue pedissequamente gli ordini del proprio partito, come un soldatino, senza discutere e senza porsi domande. Ed è qui che l’ironia diventa irresistibile. Perché se è Ascaro chi chiede un rinvio per studiare meglio una pratica, allora chi vota a scatola chiusa cosa sarebbe? Un volontario dell’alzata di mano rapida? Un figurante istituzionale in servizio permanente?”

Il consigliere ricorda anche le criticità storiche del territorio: “Il porto, ci viene spiegato, sarebbe rimasto ‘nelle sabbie’ per quindici anni. Ma a quanto pare oggi la vera emergenza non è la sabbia, bensì il tempo perso a pretendere carte che rendano una pratica completa e di facile comprensione. Carte che, guarda caso, non c’erano”.

Zarbano sottolinea inoltre il rischio di un consiglio comunale veloce ma superficiale: “La linea sembra chiara: meno domande, meno letture, più velocità. Un consiglio in versione fast-food, dove non conta la qualità del piatto ma la rapidità del servizio. Peccato che la fretta, in politica, sia spesso l’anticamera dei problemi veri. Quelli che poi durano altri quindici anni”.

E conclude ribadendo la propria posizione: “Se essere Ascaro significa obbedire senza capire, allora meglio continuare a fare i consiglieri comunali: quelli che chiedono, controllano e, quando è necessario, propongono un rinvio. Perché a Imperia serve un porto funzionante. Non un consiglio in ordine sparso… ma sull’attenti, allineato e non so fino a che punto coperto”.

Il massimo dello squallore, secondo Zarbano, è stato toccato durante la discussione sul bilancio: “Un componente della maggioranza ha disturbato la discussione della minoranza diffondendo in tutta l’aula un coro di raganelle. Un gesto che dice molto sulla maturità politica e sul rispetto istituzionale riservato ai cittadini”.

E come chiusura simbolica dell’anno, un altro abbandono dell’aula: “Un altro momento di intensa tristezza, che chiude degnamente una scena già piuttosto eloquente, vista più volte in questo anno che sta andando a chiudersi. Buon anno!”, conclude Zarbano.