Un video pubblicato su Facebook dal magistrato sanremese Paolo Luppi, da pochi giorni in pensione e figlio di un capo partigiano savonese, documenta un episodio che ha suscitato indignazione. Nel filmato, registrato al Luna Park di Sanremo, si sente la canzone fascista “Faccetta nera” mentre le persone, soprattutto giovani, salgono e scendono dalla giostra. La musica viene interrotta dalla voce del giostraio che invita i clienti a salire, ma poco prima è chiaramente udibile la strofa: “La legge nostra è schiavitù d’amore / Ma libertà de vita e de pensiero / Vendicheremo noi camicie nere”.
Il video ha subito raccolto centinaia di reazioni sui social, suscitando la condanna di diverse realtà locali, tra cui ANPI, Rifondazione Comunista e Generazione Sanremo.
Quest’ultima commenta: “In un luogo che dovrebbe essere di massima condivisione, serenità e spensieratezza, frequentato da bambini e ragazzi, è stata fatta passare una canzone simbolo del fascismo. Condanniamo senza ambiguità l’episodio”.
Pur prendendo atto delle scuse dei gestori del Luna Park e della rimozione immediata del brano, l’associazione sottolinea un tema più ampio e delicato: “Il fatto che un ragazzo giovane possa diffondere, senza conoscerne il significato, una canzone simbolo del fascismo dimostra quanto sia fondamentale investire sull’educazione, sullo studio e sulla trasmissione della memoria storica. La consapevolezza dei valori democratici e costituzionali non è un dettaglio, ma una responsabilità collettiva che riguarda le istituzioni, la scuola e tutta la comunità. Solo attraverso la conoscenza e la formazione si possono evitare leggerezze che rischiano di banalizzare pagine drammatiche della nostra storia e di ferire la sensibilità di molti cittadini”.





