Si è tenuta oggi, presso la sala Piccardo di Anci Liguria e online, la riunione congiunta dell’Ufficio di Presidenza, del Consiglio direttivo, del Direttivo Federsanità Anci Liguria e della Commissione Welfare. Al centro della discussione l’esame del Disegno di legge n. 85/2025 per il “Riordino del Servizio Sanitario regionale” (Modifiche alla L.R. 41/2006). Alla riunione sono stati invitati i componenti del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) che saranno chiamati, venerdì 28 novembre, a esprimere parere obbligatorio sulla riforma.

L’incontro, presieduto dal Vicepresidente vicario di Anci Liguria, Claudio Scajola, e moderato dal Direttore generale, Pierluigi Vinai, ha visto la partecipazione dell’Assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, e del Direttore generale del Dipartimento Sanità e Servizi sociali, Paolo Bordon.

L’introduzione fatta dal Sindaco Claudio Scajola, nella veste di Vicepresidente vicario di Anci Liguria, ha apportato alla discussione alcuni elementi – unanimemente condivisi – che l’Assessore Nicolò e il Direttore Bordon hanno dovuto registrare, al fine di elaborare congiuntamente, tra Anci e Regione, un emendamento di sostanza. L’obiettivo è rivalutare il ruolo dei Comuni che, nella loro posizione di “titolari costituzionali della salute”, devono giocoforza svolgere un’azione ben più rilevante di quella proposta dal Ddl. Sarà compito di un gruppo di lavoro ristretto (cabina di regia) predisporre, nei prossimi giorni, un contributo decisivo a far sì che il Ddl risulti accettabile e condivisibile alla comunità dei Sindaci, con la duplice finalità di esprimere un parere – possibilmente unanime – al CAL del 28 novembre, e lavorare in sinergia nella messa a terra futura della riforma.

Sono pervenuti numerosi contributi degli Amministratori locali, che hanno sottolineato criticità riguardo: al forte accentramento dei servizi amministrativi a livello centrale con la creazione dell’ATS – Azienda Tutela Salute; al mancato coinvolgimento dei Comuni nella redazione del testo; alla necessità che i Comuni abbiano il potere della partecipazione sociosanitaria; alle perplessità sulla pesatura del ruolo delle singole ASL all’interno della nuova ATS;  sull’efficienza dei presidi ospedalieri.

L’Assessore Massimo Nicolò ha rassicurato gli Amministratori locali sul fatto che la riforma non sia finalizzata al risparmio, ma a ribaltare maggiori risorse sul territorio, a disposizione delle strutture periferiche e per soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini