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È stata la testimonianza dell’ex dirigente comunale Ilvo Calzia ad aprire la nuova udienza del processo che vede imputato il sindaco di Imperia e presidente della Provincia, Claudio Scajola, accusato di favoreggiamento nell’ambito del cosiddetto caso Maiolino.

Davanti al giudice Francesca Eleonora Chiara Di Naro, al Pubblico ministero Lorenzo Fornace e all’avvocato difensore del primo cittadino Elisabetta Busuito, Calzia ha ricostruito i passaggi della complessa vicenda legata ad Antonio Maiolino, al centro di una serie di presunti abusi edilizi nell’area di Caramagna.

La deposizione di Ilvo Calzia

Calzia, recentemente sindaco di Pontedassio e all’epoca dirigente del settore Urbanistica, Beni ambientali ed Edilizia privata, ha ricordato di aver incontrato alcune volte Maiolino, anche con la moglie, per valutare possibili aree dove trasferire l’attività. Le prime ipotesi riguardavano un terreno agricolo a Montegrazie, poi l’area di Caramagna, dove nel 2021 furono presentate varie istanze urbanistiche. Maiolino giudicava Montegrazie troppo distanti dal centro.

Secondo quanto riferito dal testimone, i progetti depositati risultarono incompleti o non conformi, fino alla realizzazione di una tensostruttura con fondazioni in cemento armato, successivamente ritenuta abusiva.

Dopo diversi sopralluoghi con tecnici comunali, Polizia Municipale e Forestale, nel febbraio 2022 l’ufficio diretto da Calzia emise l’ordinanza di demolizione.
“L’opera non era sanabile” ha ribadito “Qualsiasi altra scelta diversa sarebbe stata di fatto omissione di atti d’ufficio”.

Calzia ha confermato che Scajola era stato informato della vicenda e che lo contattò prima dell’ordinanza per chiedere chiarimenti sull’intervento e la possibilità di una sanatoria, al quale rispose che non era possibile.

Il dirigente ha ricordato anche una riunione del 18 luglio 2022 in Comune, alla presenza del segretario generale, dell’ingegnere Marvaldi e del comandante dei vigili Bergaminelli. L’argomento era ancora una volta la costruzione abusiva.

“Il sindaco chiese se ci fossero margini per una sanatoria” ha spiegato Calzia “ma io ribadii che non ve n’erano. Forse disse ‘siamo sicuri?’, ma non ci furono decisioni operative”.
Alla domanda del PM sulle dichiarazioni di Bergaminelli, che in aula aveva riferito di una richiesta di preparare la pratica di sanatoria, Calzia ha replicato: “Fu un’espressione impropria, perché quella pratica non avrebbe potuto avere esito”.

Rispondendo poi all’avvocato Busuito, Calzia ha ricostruito le segnalazioni iniziali dell’abuso, che portarono ai primi sopralluoghi. Ha confermato di aver inviato comunicazioni ai Carabinieri e di aver firmato la comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio nel novembre 2021.
Ha poi ribadito che nessuna istanza di sanatoria fu mai presentata e che la telefonata con il sindaco aveva carattere informativo.

In chiusura, Calzia ha ammesso, a domanda del PM di aver detto, alla fine della riunione con Scajola, che era preoccupato in quando la vicenda era attenzionata dalla Procura e che la riunione del luglio 2022 non fu vissuta con serenità.

Le dichiarazioni spontanee di Scajola

Alla ripresa dell’udienza, Claudio Scajola ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee.

“Poiché ho sentito nel corso di queste udienze” ha detto “che un teste avrebbe riferito de relato di una mia presunta conoscenza con il signor Maiolino, desidero chiarire due punti. Io non conosco Maiolino e non l’ho mai incontrato. Ho costruito accanto a Berlusconi Forza Italia, ma dal 2013 al 2024 non ho partecipato a nessuna iniziativa politica del partito. A Imperia, in quel periodo, non esistevano sedi di FI né luoghi di incontro. Tutto nasce da una segnalazione proveniente da un inquilino del palazzo vicino. Mi pare di capire che la piattaforma di cui si parla, prima indicata di 22 centimetri e poi di 10, non abbia generato alcun abuso effettivo, e una sentenza del TAR a quanto emerso stamattina lo confermerebbe”.

Scajola ha infine spiegato la sua partecipazione alla riunione del 18 luglio 2022.
“Il ruolo del sindaco non è restare passivo.” dice “Avevo convocato i dirigenti per capire come affrontare la situazione di un cittadino che aveva liberato la sua area un anno prima della scadenza della concessione e cercava un nuovo spazio per lavorare. Non un atto di benevolenza verso uno sconosciuto, ma un tentativo di trovare una soluzione amministrativa. Tutto il resto” ha concluso “fa parte di un processo di cui fatico a comprenderne il motivo e dal quale mi considero completamente estraneo”.

La deposizione di Nicoletta Oreggia

Arriva infine il momento di Oreggia, dirigente del settore Demanio e Protezione civile del Comune di Imperia dal settembre 2020 e del settore Ambiente dal 2021, che ha illustrato i controlli ambientali sull’area di Caramagna.

“Tutto nasce da una segnalazione dell’amministratore del condominio vicino” ha spiegato “in cui si lamentavano attività di riparazione di mezzi meccanici e possibile attività di inquinamento. Prima di allora c’era stato un provvedimento per deposito di terra, poi rimosso dal privato”.

La dirigente ha raccontato di aver chiesto ai vigili di effettuare un sopralluogo, ricevendo poi un verbale del 7 luglio 2021 in cui non risultavano particolari criticità ambientali. Successivamente, a seguito di una nuova segnalazione dell’ARPAL nel maggio 2022, fu riaperto il procedimento ai sensi dell’articolo 7 della legge 241” per verificare la corretta pulizia del terreno.

Oreggia, secondo la quale ciò che era rilevato nella segnalazione dell’ARPAL non era presente nei rilievi precedenti, ha precisato che i rifiuti inizialmente presenti furono rimossi, che il container e il materiale ferroso(a domanda specifica del PM Fornace “non erano considerati rifiuti.

Interrogata dall’avvocato Busuito, la dirigente ha, fra le altre cose, dichiarato di non aver mai avuto confronti diretti con il sindaco Scajola riguardo alla pratica Maiolino.

Al momento la successiva udienza è prevista per il prossimo 30 gennaio.