edoardo verda

Dal 2026 l’imposta di soggiorno aumenterà anche a Imperia. Sull’argomento è intervenuto Edoardo Verda, consigliere comunale del PD, che commenta: “Un aumento che l’assessore al Turismo Oneglio ha presentato come ‘un semplice adeguamento dopo sette anni’, ma che così non è. Dietro questa decisione c’è una precisa scelta politica del governo di centrodestra: trasformare l’imposta di soggiorno in uno strumento di prelievo centrale, sottraendo risorse ai Comuni e scaricando i costi sul settore turistico”.

“La Legge di Bilancio in discussione prevede infatti che il 30% del gettito aggiuntivo derivante dall’aumento delle tariffe venga trattenuto dallo Stato, destinandolo (almeno sulla carta) a un fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e a quello per l’assistenza ai minori”, afferma Verda. “Obiettivi condivisibili ma finanziati nel modo sbagliato: non più con risorse statali ma utilizzando un’imposta nata con lo scopo di migliorare la qualità dell’accoglienza e dei servizi turistici locali. Da domani, invece, quei soldi verranno sottratti ai Comuni, che continueranno a sostenere i costi del turismo (manutenzione, decoro, mobilità, sicurezza) senza più le risorse necessarie per farlo o dovendo aumentare l’imposta a danno di imprese e cittadini. È evidente che la scelta del governo sia camuffare una nuova tassa nazionale in imposta locale a discapito, soprattutto, delle mete turistiche minori dove il turismo è ancora fragile e stagionale”.

“Lo ha denunciato anche l’ANCI, ricordando che ‘l’imposta di soggiorno non può diventare un bancomat’ e che il turismo genera ricchezza per lo Stato lasciando ai Comuni oneri crescenti. L’amministrazione comunale, però, non ha espresso alcuna contrarietà. Nessuna richiesta di chiarimento, nessun confronto con le categorie, nessuna difesa dell’autonomia locale. Ci si è limitati ad accettare il prelievo, prevedere un aumento e a giustificarlo come inevitabile. Una posizione che denota la subalternità politica di una maggioranza che nelle nuove (vecchie) vesti forziste sembra costretta a subire, in silenzio. Così lo Stato decide, il Comune tace e a pagare sono sempre gli stessi: la città, chi ci lavora e chi la vive. Imperia però ha bisogno di chi la difende con autonomia e visione, non di chi la amministra per conto di altri”, conclude.