autovelox trucco ventimiglia

Altvelox – Associazione nazionale tutela utenti della strada ha depositato ieri una denuncia contro amministratori e funzionari del Comune di Ventimiglia, il prefetto di Imperia, il dirigente della Polizia Stradale territoriale e la società concessionaria del servizio, per l’uso dell’autovelox di Porra.

L’atto è indirizzato, tra gli altri, alla Procura generale e al primo presidente della Suprema Corte di Cassazione, alla Corte dei conti e al CSM. “L’obiettivo è ripristinare la legalità e fermare un sistema sanzionatorio senza base giuridica” e “privo di omologazione”, spiega Altvelox.

“Ventimiglia ha attivato l’autovelox di Porra nell’estate 2023 e continua a difenderlo anche nel 2025, sebbene il GdP di Sanremo, il tribunale di Imperia e la Cassazione abbiano chiarito che i dispositivi non omologati non possono rilevare infrazioni. Sentenze, condanne alle spese e ricorsi in Cassazione dichiarati manifestamente infondati non hanno interrotto la macchina sanzionatoria. Questo è il punto, e non è discutibile”, commenta l’associazione.

“Nel merito tecnico, nei verbali si indica l’uso del modello EnVes Evo 1507, ma in giudizio il Comune ha prodotto certificazioni riferite al diverso modello EnVes Evo 1605”, spiega Altvelox. “Il tribunale di Imperia lo ha rilevato. È una discrasia che incide sulla prova e apre a profili penali. La Suprema Corte ha ribadito anche di recente che l’approvazione ministeriale non equivale a omologazione, con la decisione n. 26521 del 1° ottobre 2025 che si aggiunge a un lungo elenco. Senza omologazione, il verbale è nullo. Punto”.

Le violazioni denunciate

Altvelox contesta violazioni della normativa primaria e del regolamento di esecuzione del Codice della Strada, oltre a profili di responsabilità amministrativa e penale, in particolare rispetto agli articoli 45 e 142 del CdS e all’articolo 192 del regolamento CdS.

“Le pronunce della Cassazione più recenti confermano l’impostazione. Si evidenziano inoltre criticità sull’autorizzazione prefettizia ex art. 4 DL 121/2002, rilasciata in assenza di presupposti tecnici e giuridici, con omissioni della Polizia Stradale nel fornire dati di incidentalità e nel segnalare la mancanza di omologazione. Il risultato è un atto nullo e verbali inefficaci”, sottolinea Altvelox. “Il tratto di Porra, per caratteristiche oggettive, non integra i requisiti di strada che consentono postazioni fisse con contestazione differita. Anche questo vizia l’intero impianto”.

Altvelox ha chiesto l’attivazione dell’azione penale, l’accertamento delle responsabilità, il sequestro preventivo dell’impianto di Porra, la verifica degli atti della prefettura e della Polizia Stradale, nonché la trasmissione degli atti alla Corte dei conti per il danno erariale. Si richiede, infine, la sospensione dell’attività sanzionatoria fino all’esito delle verifiche. Nell’atto si formulano anche le istanze procedurali tipiche, tra cui l’avviso ex art. 408 c.2 c.p.p., l’opposizione al decreto penale e la riserva di costituzione di parte civile.

“La legge è chiara, la giurisprudenza pure. Non esiste spazio per apparecchi non omologati, non esiste spazio per autorizzazioni viziate, non esiste spazio per verbali nulli che scaricano i costi sull’intera collettività. Abbiamo chiesto il sequestro dell’impianto di Porra e l’accertamento delle responsabilità. La sicurezza stradale è una cosa seria, non un pretesto per piegare le regole”, dichiara Gianantonio Sottile Cervini, presidente pro tempore di Altvelox.