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Migliaia di persone hanno partecipato questa mattina al corteo cittadino organizzato a Imperia in sostegno della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta verso Gaza e intercettata nei giorni scorsi da unità israeliane in acque internazionali.

La manifestazione, indetta da CGIL e USB, si è svolta in contemporanea con altre iniziative in numerose città italiane. Il corteo, scortato dalle forze dell’ordine, è partito da Piazza Calvi, ha attraversato le vie del centro e si è concluso in Piazza Roma. Presenti cittadini, studenti, lavoratori, esponenti politici locali e la Comunità islamica di Imperia.

Il numero di persone, difficilmente stimabile nel complesso, è comunque piuttosto rilevante, considerando in particolare il fatto che la Commissione di Garanzia sugli scioperi avesse valutato lo sciopero generale come illegittimo.

Cartelli, striscioni e cori hanno accompagnato un percorso che ha avuto come filo conduttore la solidarietà alla popolazione palestinese e ai volontari della flottiglia, tra cui due cittadini genovesi.

Aggiunge Michelangelo Benza di USB Scuola: “Abbiamo deciso di indire lo sciopero senza preavviso perché era impossibile farlo diversamente. È chiaro che questa mobilitazione non è digerita dal governo, ma la gente chiede con forza di fermare il genocidio e di prendere posizione”.

In parallelo, la CGIL nazionale ha ribadito in una nota le motivazioni della protesta: “Chiediamo il cessate il fuoco immediato, la fine dell’assedio e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Lo sciopero generale è un gesto di solidarietà e di pace”.

Il corteo di Imperia si inserisce in un quadro di mobilitazione più ampio che, negli stessi giorni, ha visto occupazioni universitarie e scolastiche, presidi nei porti e cortei in decine di città italiane, mentre per l’intera giornata è stato indetto lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati.

Sul piano giuridico, la vicenda della Global Sumud Flotilla ha sollevato interrogativi rilevanti. L’intervento israeliano è avvenuto in acque internazionali a più di 70 miglia nautiche dalla costa, sollevando critiche circa una possibile violazione del diritto del mare e delle convenzioni internazionali che tutelano la libertà di navigazione. Le navi della flottiglia erano peraltro impegnate in un’azione umanitaria non armata, diretta a portare aiuti alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Secondo numerosissimi giuristi e osservatori internazionali, questo configura una palese violazione del principio di proporzionalità e del diritto umanitario, oltre che, naturalmente a sollevare questioni sul rispetto del diritto internazionale da parte di Israele nella Stricia, visto l’altissimo e indiscriminato numero di morti fra i civili, che ha assunto, sotto numerosissimi aspetti, i connotati di un vero e proprio genocidio.

Ed è, in particolare, proprio sulla questione della visibilità e della questione “giuridica”, che fra gli organizzatori, ma anche fra i comuni manifestanti, emerge spesso una certa soddisfazione circa la riuscita delle attività di questi giorni.

Attività che peraltro, come sottolineato da molti quotidiani esteri, in Italia sono state particolarmente partecipate, anche rispetto ad altri paesi.

“Quello che accade in Palestina” continua Benza “Succede da anni. Mai abbiamo visto una risposta popolare come da quando è partita la Flottilla. Ha riportato al centro della questione. Non ha mai avuto la missione di portare solo 50 barchette piene di cibo, rompere il blocco, ma anche riempire le piazze e portare alla luce l’illegittimità di questo blocco in tutto il mondo.”

“Mi pare proprio che ci sia un bella risposta. La buona notizia è che i nostri parlamentari pare lascino oggi Tel Aviv.” dice la consigliera provinciale e comunale Daniela Bozzano, riferendosi ai quattro parlamentari che facevano parte della missione “Speriamo che questa risposta popolare venga sentita anche nelle altre sfere. Ci auguriamo tutti la pace.”