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Giornata carica di significato quella trascorsa questa mattina in Provincia di Imperia dove nella sala consigliare è stata celebrata, per la prima volta dalla sua istituzione, il 13 gennaio 2025, la “Giornata dell’internato militare italiano”.

Ricorrenza che si tiene in una data non casuale, il 20 settembre.

In questo stesso giorno sul calendario, nel 1943, all’indomani dell’8 settembre, Adolf Hitler e il regime nazionalsocialista cambiarono lo status giuridico dei soldati italiani catturati. Coloro che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana non furono più considerati prigionieri di guerra, ma vennero classificati come “internati militari”.
Con questa fredda definizione burocratica furono privati di ogni tutela prevista dalle convenzioni internazionali e destinati a lavorare come forza servile a sostegno dell’apparato bellico tedesco.

“Fu la conseguenza di un ‘no’. Di un rifiuto che opposero. E che costò la vita a migliaia di loro”, dice durante la cerimonia il prefetto Antonio Giaccari, citando le parole pronunciate stamani dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Gli “IMI” provenienti dalla provincia di Imperia erano circa 1.310 sui 1.711 deportati complessivi.

Alla presenza delle autorità civili e militari, la commemorazione è stata organizzata dalla Prefettura in collaborazione con la Provincia di Imperia, il Comune di Imperia, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Associazione ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti) e ISRECIM (Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea), in un incontro che è stato presieduto dallo stesso prefetto Antonio Giaccari e dal vicepresidente Mario Conio, in vece del presidente della Provincia Claudio Scajola, che hanno introdotto la cerimonia condividendo alcune riflessioni sul tema.

“Un esempio di grande resistenza”, dice Conio, “che ha coinvolto circa 600mila nostri militari privati anche dei diritti più elementari dopo l’8 settembre. Un grande insegnamento, su persone che anche dietro le sbarre rifiutarono il nazifascismo e seppero scegliere da che parte stare. Mantennero la loro identità e i loro valori pagando un prezzo altissimo. Il nostro paese si basa sul sacrificio di tanti. Era giusto ricordare anche loro”.

Sono intervenuti poi i presidenti dell’Associazione ANED e di ISRECIM, che hanno raccontato ai partecipanti i tragici eventi ricordati in occasione della Giornata degli IMI.

Per l’occasione è consegnata una medaglia d’onore ai familiari del sig. Emilio Toscano, militare di Montegrosso Pian Latte (uno dei comuni della provincia che, in proporzione alla popolazione, più ha pagato il prezzo del secondo conflitto mondiale in termini di vite spezzate), che, fatto prigioniero sull’isola di Creta dopo l’armistizio venne deportato e internato in un lager nazista e destinato al lavoro coatto per l’economia di guerra fino alla fine del conflitto mondiale.

“Della sua esperienza di prigionia in casa ne parlava poco”, viene ricordato durante la commemorazione. “Solo in silenzio, durante gli incontri con il cognato, emergevano i ricordi. Ricordi della fame patita nel campo, ma anche della generosità di alcuni tedeschi che, disobbedendo agli ordini, riuscivano a portare loro qualcosa da mangiare, come patate o rape”.

Presente alla cerimonia, su invito del Prefetto, per ricevere un riconoscimento al merito e alla memoria, anche la famiglia del caporale del 2° Reggimento degli Alpini di Cuneo Tiziano Chierotti, 24enne di Arma di Taggia, morto nell’ottobre del 2012 in Afghanistan.

Nel video servizio a inizio articolo le immagini della cerimonia e le parole del prefetto Giaccari e del vicepresidente di Provincia Conio.