Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa congiunta di Enrico Lauretti, Alessandro Savioli e Laura Amoretti del gruppo consiliare “Società Aperta – Imperia di tutti“.
“In riferimento al progetto datato aprile 2024, promosso dal Comune di Imperia e già comprensivo del piano espropri per la realizzazione di un autoporto in Valle Impero, località Borgo d’Oneglia, intendiamo segnalare la crescente preoccupazione tra gli abitanti della frazione Borgo d’Oneglia e delle località limitrofe Barcheto e Castelvecchio.
Il progetto appare strettamente connesso al più ampio intervento relativo alla costruzione dell’Aurelia bis, che prevede, tra le altre cose, un ingente finanziamento per il trasporto e la sistemazione del materiale di risulta proveniente dagli scavi delle gallerie tra Barcheto e Piani.
Non è un caso che il piano dell’autoporto includa l’utilizzo di una grande quantità di materiale di risulta, destinato alla realizzazione della superstrada e dell’ampio piazzale previsto di fronte al deposito autobus RT.
L’assessore Gaggero ha dichiarato che, al momento, non vi sono novità riguardo al finanziamento e alla concreta realizzazione dell’opera, che resta un’ipotesi progettuale. Tuttavia, se da un lato è importante evitare allarmismi, dall’altro è fondamentale fare chiarezza.
Per questo chiediamo la massima trasparenza e l’organizzazione di incontri con la popolazione interessata, considerando l’impatto significativo che il progetto potrebbe avere sul territorio, sia in termini di mobilità che di vivibilità, con conseguenze che rischiano di stravolgere l’area coinvolta.
Qualora l’opera risultasse effettivamente necessaria, sarà indispensabile prevedere misure di mitigazione, coinvolgendo attivamente la cittadinanza.
In un momento in cui si discute di boschi urbani e si progettano soluzioni per sostituire l’asfalto con il verde, questo intervento rischia di cancellare uno dei polmoni verdi della città, per lasciare spazio a cemento e infrastrutture dedicate alla mobilità e alla sosta di mezzi pesanti.
La nostra non è una posizione di chiusura aprioristica, ma un invito al dialogo: non un “no”, ma un “spieghiamo e ascoltiamo” tutti i soggetti interessati”.