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Il premio di poesia dialettale intemelia “U Giacuré” è stato istituito a Ventimiglia nel 1987 per volontà dell’oggi defunta professoressa Marisa Amalberti De Vincenti, membro della Cumpagnia d’i Ventemigliusi, in seguito alla scomparsa e in ricordo del marito Giacomo, da cui il premio prende il nome, grande culture di dialetto e tradizioni.

“Per 25 anni questo premio è stato gestito dalla signora che nel frattempo aveva avuto una collaborazione con un’associazione culturale di Vallebona a far sì che il premio d’estate venisse presentato in piazza di sera, sotto le stelle, affinché i poeti potessero declamare la loro poesia”, ha commentato Maria Pia Viale, segretaria del premio. “Durante questi 25 anni Vallebona ha ospitato il premio per gli ultimi 15 anni. Nel momento in cui la signora ha lasciato per motivi di anzianità questo incarico, è diventato praticamente naturale per noi ereditarlo e quindi per altri 10 anni ha preso residenza a Vallebona”.

Maria Pia Viale è, oltre che segretaria del premio, anche la vicepresidente dell’associazione culturale “A Cria” di Vallebona, la quale ha per l’appunto ospitato il premio fino a tre anni fa, momento in cui è ritornato a Ventimiglia.

“Il premio nella sua sostanza è ancora una forma vitale di dialetto che sappiamo bene si sta piano piano disperdendo e coinvolge anche dei giovani che non parlano dialetto ma lo sanno. È una forma vitale perché nasce nel presente, l’espressione che si adotta in una poesia è un’espressione dell’oggi, un’espressione che può riguardare il taglio nostalgico e del ricordo, però riguarda anche temi di attualità e soprattutto ci sono molte persone che si cimentano anche nell’espressione intimista, delle proprie emozioni e sofferenze“, ha spiegato ancora ai nostri microfoni Maria Pia Viale. “Ci teniamo che U Giacuré continui a vivere: siamo arrivati a 38 edizioni e andremo avanti ancora perché è una delle forme più vive che ci sono rimaste del dialetto“.

L’intervista completa a Maria Pia Viale nel video-servizio a inizio articolo.