Cinque tesi di laurea su Imperia all’Istituto Europeo di Design di Milano. Il capoluogo del Ponente ligure, in particolare il capannone dell’ex parco merci della stazione ferroviaria di Oneglia, sono stati al centro di cinque progetti con cui gli studenti hanno completato il proprio percorso di studi in Interior Design presso il prestigioso IED.

Il progetto, intitolato “Next Stop Imperia” è stato redatto con il patrocinio e il supporto della Città di Imperia e si trasformerà nel prossimo autunno in una mostra aperta alla cittadinanza, in cui verranno mostrate nel dettaglio le ipotesi di ripristino degli ex stabili.

Il progetto ha avuto come oggetto il riuso dell’ex stazione ferroviaria di Oneglia, con l’obiettivo di restituire all’area una nuova centralità non solo urbana ma anche sociale, attraverso l’integrazione di tecnologie digitali come la realtà virtuale avvenuta grazie alla metodologia innovativa DARD: Digital Adaptive Reuse Design, sviluppata dal docente relatore Matteo Rigamonti con la supervisione di Giacomo Bertolazzi, Direttore della Scuola di Design IED Milano. I progetti, infatti, sono stati esplorati anche in formato immersivo, offrendo una visione concreta e coinvolgente del potenziale trasformativo dell’area.

La collaborazione tra lo IED e il Comune di Imperia è iniziata oltre un anno fa con un sopralluogo degli studenti, accompagnati dai tecnici comunali nelle aree dismesse dell’ex stazione. L’incontro ha rappresentato il punto di partenza per sviluppare le proposte progettuali presentate poi in sede di discussione.

I cinque progetti di tesi presentati si articolano su tre elementi principali:

  • L’edificio dei portantini: sarà riconvertito in un hub per la mobilità dolce, in connessione con la pista ciclabile che attraversa la zona e con la rete pedonale cittadina.
  • L’edificio logistico: diventerà un centro culturale dinamico, aperto a eventi, incontri e attività per la cittadinanza.
  • Il “Railscape”: l’area dove un tempo si trovavano i binari sarà trasformata in uno spazio pubblico multifunzionale, arricchito da percorsi verdi, aree di sosta e spazi per l’interazione sociale.

Il Comune di Imperia ha espresso il proprio sostegno ufficiale al progetto, riconoscendone il potenziale strategico nel panorama urbano e culturale della città. Durante il percorso di lavoro, gli studenti hanno dialogato con stakeholder e rappresentanti della comunità locale, garantendo l’allineamento delle proposte con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’amministrazione.

“Cinque progetti, tutti diversi l’uno dall’altro, sono pensati per coinvolgere l’intera popolazione, dagli anziani, ai lavoratori, ai più giovani con una particolare attenzione rivolta proprio a questi ultimi e alle loro esigenze, al fine di costruire insieme una comunità più inclusiva, dinamica e proiettata verso il futuro. L’obiettivo è restituire questi spazi alla cittadinanza, trasformandoli in luoghi vitali, sostenibili e al servizio del territorio. Questi progetti non solo rispecchiano la visione e gli impegni assunti dall’Amministrazione, ma rappresentano un investimento strategico nel futuro della nostra città”, dichiara il sindaco Claudio Scajola.

DARD: Digital Adaptive Reuse Design, la metodologia innovativa introdotta nelle tesi di Interior Design per la città di Imperia, è stata sviluppata tra Cina e Italia e si fonda su due fronti chiave: il riuso adattivo degli edifici storici minori (e quindi una attenta riattivazione degli stessi sulla base delle esigenze contemporanee) e il digitale. La mia metodologia si fonda infatti sulla costruzione di una replica digitale dell’edificio in modo che il progetto si sviluppi in tridimensionale dall’interno del modello digitale stesso, che diventa dunque un luogo di prototipazione interattiva ed immersiva attraverso le tecnologie del rendering in tempo reale e della realtà virtuale. In questo senso il progetto viene sviluppato al contrario rispetto ad un processo più consueto: il rendering non è lo strumento di visualizzazione finale, ma il luogo virtuale dove testare e reiterare il progetto, esplorandolo in ogni sua parte e correggendo progressivamente gli errori ‘dall’interno’ del modello virtuale. In questo modo il controllo del risultato finale è molto più accurato ed il processo di design più coinvolgente ed efficace. Questo gemello digitale diventa la sorgente di una serie di prodotti quali tavole tecniche, narrazioni video, modelli fisici in taglio laser e stampa 3D ed ambienti virtuali immersivi esplorabili, che rendono straordinaria ed accessibile a tutti l’esperienza di comunicazione di un progetto di riuso adattivo, oltre a riportare l’attenzione sulla qualità del progetto e la previsione del risultato negli interventi sul nostro patrimonio culturale”, dichiara Matteo Rigamonti relatore delle tesi.

I cinque progetti IED (Relatore di tesi Mattia Rigamonti, correlatore Matteo Germi, assistente Mirco Gagliardi)

A l’Opra non guasta chi non fa niente” di Caterina Accettulli, Veronica Allegra Galliani, Sara Pisan, Sara Tefiku

Primo progetto presentato A l’Opra destinato agli over 65 autosufficienti. Uno spazio vivo nel cuore della città dove gli anziani possono mettersi all’opera, creare, raccontare e condividere saperi, scacciando la solitudine attraverso attività e relazioni. Il progetto include diverse aree tematiche come Frescu d’ombra, giardino terapeutico per la cura del verde, U Sciantun, salotto per la lettura e il relax, U Sciugu che manca cucina condivisa dove preparare piatti e raccontare ricette e Buscia laboratorio di manualità e creatività che ospita anche corsi di alfabetizzazione digitale con un forte scambio intergenerazionale.

Error 116” di Martina Cioffi e Carlotta De Gaetano

“ERROR 116” trasforma la vecchia stazione in uno spazio espositivo che favorisce la socializzazione dei turisti e offre una fuga dalla routine ai locali. Il tema del glitch, inteso come una rottura imprevista, è protagonista, e sarà motore di novità e sorpresa. Il museo comprende tre aree: esposizione permanente, esposizione temporanea e caffetteria. Lo studio è iniziato con un’analisi storica e culturale della vecchia stazione di Imperia, un tempo fulcro del commercio e dello sviluppo urbano che da punto di riferimento vitale è diventata un luogo abbandonato, come se fosse andata in glitch, interrompendo il suo flusso.Obiettivo del progetto è riattivarlo, restituendo alla stazione un ruolo centrale per la comunità: per i residenti coincide con la quotidianità e la routine; per i turisti, elemento fondamentale per l’orientamento e l’adattamento culturale e riattivare la stazione come luogo di incontro, sorpresa e trasformazione condivisa.

Flown Station” di Consuelo Narcisi, Alessandro Marino, Luz Yadira Vanini, Beatrice Viganó

Il progetto trasforma l’ex stazione di Oneglia in uno spazio dinamico e versatile, promuovendo la connessione tra diverse generazioni, stimolando l’interazione e la crescita collettiva con spazi che

si riconfigurano durante la giornata per ospitare giovani professionisti, studenti e startupper: la mattina, gli spazi sono dedicati agli startupper e agli smart worker, con aree di lavoro individuale e zone collaborative. Nel pomeriggio, si aggiungono gli universitari e i liceali, e lo spazio si trasforma per accogliere gruppi di studio e attività dinamiche mentre la sera lo spazio diventa un punto di incontro collettivo. La caffetteria è il cuore pulsante del progetto, un punto di connessione tra gli utenti mentre le aree di coworking e le zone multifunzionali si trasformano a seconda delle necessità. Il tetto stesso, con una copertura in policarbonato, si apre al cielo la sera, creando uno spazio pubblico per eventi e attività collettive.

“Planet Express” di Viviana Angotti e Margerita Bressani

Si concentra sulla revitalizzazione sociale attraverso la sostenibilità, affrontando una tematica spesso trascurata nel campo dell’architettura: la socializzazione.

Il cuore del progetto risiede nella sua capacità di dare voce a tutte quelle entità locali, come aziende e cittadini, che cercano l’opportunità di esprimere il proprio potenziale. Tra queste, i laboratori di cucina locale offrono l’opportunità di apprendere e socializzare, condotti non solo da professionisti, ma anche da appassionati cittadini. In assenza di istruttori, un sistema di intelligenza artificiale, alimentato dalle conoscenze trasmesse nelle lezioni precedenti, supporterà i partecipanti.

Il progetto è concepito per essere circolare e sostenibile, con orti esterni che riforniscono le cucine e una bottega interna che vende prodotti locali. Un laboratorio di composizione floreale permette ai partecipanti di creare partendo dalla raccolta nelle serre interne, con il supporto dell’AI che monitora e assiste nella cura delle piante. Le creazioni floreali possono essere esposte nel Teatro dei Fiori, ispirato a Sanremo, che funge da spazio per esposizioni e attività culturali, comprese performance teatrali, musical e danza per bambini, un metodo integrativo particolarmente efficace secondo le ricerche.

Il progetto, infine, accoglie aziende locali per workshop e conferenze, dando loro la possibilità di mostrare il proprio operato e creando potenziali opportunità lavorative, affrontando uno dei problemi principali della gioventù contemporanea.

ReVive” di Gaia Albertella, Laura Amigoni, Michela Pia Falcone e Matilde Liotta

Il progetto si articola in tre aree principali: l’edificio Portantini, ripensato come hub per la mobilità dolce, l’orientamento e l’accoglienza; l’edificio Logistica, trasformato in un centro culturale flessibile, con coworking, area cinema, laboratori, zone di svago e cucina condivisa; infine il Railscape, una nuova infrastruttura pubblica che si snoda lungo l’ex tracciato ferroviario, restituendolo alla collettività come paesaggio attivo. Ogni spazio è progettato per essere vissuto in modo diverso durante la settimana e nei weekend, adattandosi alle esigenze mutevoli della comunità. Durante i giorni feriali è uno spazio accessibile, multifunzionale e informale mentre nel fine settimana si attiva con programmi culturali ed esperienziali, offrendo eventi tematici, workshop e installazioni immersive.