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A Tovo Faraldi, frazione di Villa Faraldi, c’è un luogo che custodisce la memoria di un’intera comunità: è U Gumbu de Nuccio‘, un antico frantoio a sangue del XVII secolo, oggi perfettamente conservato e finalmente restituito alla comunità grazie a un importante intervento di recupero. Il progetto è stato realizzato con i finanziamenti del PNRR – Bando Borghi, attraverso l’iniziativa ‘Cultura Open Hub – innovazione e turismo nei borghi’, che punta a rigenerare i centri minori valorizzando la loro identità storica e culturale.

‘U Gumbu de Nuccio’

Le parole di Giorgio Fedozzi

“Un caro amico, che oggi non c’è più, aveva donato anni fa questo frantoio al Comune, con il desiderio che diventasse un museo, aperto al pubblico. Era un frantoio a sangue, cioè azionato dalla forza animale, in questo caso da un asinello. Dopo molti anni, finalmente ci siamo: oggi è pulito e rimesso in ordine”, ci ha raccontato Giorgio Fedozzi, studioso di storia locale e profondo conoscitore delle tradizioni del territorio.

I frantoi a sangue, conosciuti localmente anche come gumbetti da bestia, erano diffusissimi in questa zona. “Solo nella frazione di Tovo Faraldi“, ha spiegato Fedozzi, “ce n’erano una ventina. Nell’intera valle di San Bartolomeo al Mare oltre 140, e in tutto il comprensorio dianese oltre 320. Una vera e propria industria, che impiegava tantissime persone: molti contadini, rientrando dai campi, frangevano le olive direttamente nel piano terra delle loro abitazioni. L’olio rappresentava un’importante fonte di reddito familiare“.

Non sempre questi frantoi erano azionati da animali. “In tanti casi, chi non possedeva un mulo o un asino, la sera spingeva la mola con le proprie braccia. Per questo nei documenti si trovano spesso riferimenti a frantoi da braccia“.

Nuovo Museo dell’Olio

‘U Gumbu de Nuccio‘, oggi interamente recuperato, si presenta come un monumento vivo che racconta la storia di generazioni di contadini dediti all’arte millenaria dell’olivicoltura. I lavori di restauro, di tipo conservativo, hanno riguardato soprattutto la pulizia e la messa in sicurezza degli spazi originali, con il solo intervento strutturale sulla volta. Il risultato è uno spazio autentico, suggestivo, pronto ad accogliere visitatori, scuole e appassionati di storia locale.

Gestito dall’associazione Tovo nel Cuore, il frantoio è diventato la sede del nuovo Museo dell’Olio, parte del più ampio Museo Diffuso La Via dei Gumbi‘, un percorso culturale e identitario che valorizza i frantoi storici del territorio. Ma il progetto non si ferma qui. Il Gumbu è uno spazio culturale polifunzionale, con eventi, mostre, laboratori didattici e attività divulgative dedicate alla storia locale e al profondo legame tra la comunità e il suo paesaggio rurale.

Nel video-servizio a inizio articolo le parole di Giorgio Fedozzi.