Il presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola, l’Ad della Avalon Srl di Piacenza Riccardo Demicheli e l’ex dirigente provinciale Michele Russo risulterebbero indagati dalla Procura Europea (Eppo) di Torino per tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso. L’indagine riguarderebbe il finanziamento Pnrr di oltre 6,4 milioni di euro per il progetto del biodigestore a Taggia, poi revocato.
“Pur ribadendo il principio della presunzione di innocenza, non si può continuare a ignorare le ricadute politiche ed istituzionali di una vicenda tanto delicata”, esordisce il consigliere comunale d’opposizione a Imperia, Luciano Zarbano. “Ancora una volta Imperia torna sotto i riflettori della cronaca nazionale, ma per motivi che nulla hanno a che fare con le sue bellezze, la sua storia o le sue eccellenze. È lecito domandarsi: si tratta davvero di un caso, o il susseguirsi di avvisi di garanzia evidenzia una modalità disinvolta, opaca e discutibile nella gestione della Cosa Pubblica?”
“Minimizzare la gravità dell’ennesimo procedimento giudiziario non fa bene alla credibilità dell’amministrazione”, prosegue Zarbano, “né al decoro della città. Un’amministrazione che somma inchieste e ombre, getta un’inevitabile sfiducia sulle istituzioni locali, mortificando l’immagine di Imperia e il diritto dei suoi cittadini ad una guida trasparente, responsabile, irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto. Chi continua a restare in silenzio, o peggio ancora tenta di giustificare l’ingiustificabile, finisce per legittimare un modello amministrativo distante dai principi fondamentali della buona politica e della buona amministrazione. E il rischio più grave è l’assuefazione: considerare ‘normale’ ciò che dovrebbe restare del tutto estraneo alle istituzioni”.
“A questo punto, è lecito chiedersi: i partiti che sostengono l’attuale amministrazione cosa intendono fare? Continueranno a coprire, a minimizzare, a voltarsi dall’altra parte? O prenderanno finalmente una posizione netta, chiara, responsabile? Noi di Imperia Senza Padroni ricordiamo che la credibilità di chi amministra non si misura soltanto sulla legalità delle sue azioni, ma anche sulla loro opportunità politica”, sottolinea il consigliere, “con innegabili riflessi sul valore della morale e dell’etica. Anche ciò che è formalmente lecito può essere profondamente inopportuno, soprattutto per chi rappresenta le istituzioni pubbliche. Ci aspetta ora, come in passato, una città spaccata in due: tra innocentisti e colpevolisti. Ma la vera divisione è tra chi pretende legalità, trasparenza e dignità istituzionale, e chi preferisce chiudere gli occhi di fronte ad evidenze sempre più gravi”.
“A chi proverà a negare l’esistenza di un problema sistemico, ricordiamo un antico adagio: peggio del lupo che non cambia il pelo, c’è il branco che glielo liscia. Il rispetto delle regole e delle istituzioni non è negoziabile. E non lo è nemmeno il diritto dei cittadini ad avere una classe dirigente ineccepibile. Imperia merita legalità, trasparenza e dignità istituzionale. Chi ha a cuore il bene comune non può continuare a voltarsi dall’altra parte. Come diceva George Orwell: ‘Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima. È complice'”, conclude Zarbano.