Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa del gruppo consiliare “Imperia senza Padroni“.
“Durante l’inaugurazione della passeggiata del Prino, il sindaco (Claudio Scajola, ndr) si è lasciato andare a un’espressione fuori luogo, definendo “imbecilli” chi esprime le proprie opinioni. Un attacco gratuito, pronunciato in un contesto istituzionale e del tutto scollegato dal tono della cerimonia. La reazione non si è fatta attendere: cittadini e opposizioni hanno subito manifestato indignazione. Ma invece di assumersi la responsabilità, il sindaco ha minimizzato l’episodio, sostenendo si trattasse di una battuta, pronunciata con un sorriso e in un “contesto scherzoso”. In un lungo post affidato ai social, ha poi accusato i suoi detrattori di aver strumentalizzato le sue parole per costruire indignazione.
Ma non si tratta di un’uscita isolata. È solo l’ennesimo episodio di un atteggiamento ricorrente. Nel tempo, egli ha fatto del linguaggio ruvido e dell’arroganza comunicativa uno strumento per screditare chi dissente. L’ultimo caso, solo in ordine di tempo, ha riguardato proprio il consigliere Zarbano, definito “ignorante” dal sindaco durante una seduta del Consiglio comunale per aver osato chiedere chiarimenti.
Eppure, a preoccupare ancor più dell’insulto, è un’altra frase passata quasi inosservata: “Dimentichiamoci, o perlomeno parliamone di meno, delle piccole cose che si devono ancora migliorare”.
Un invito al silenzio. Un monito, implicito ma chiaro, a chi si ostina a proporre, a sognare un’Imperia diversa, migliore. Un messaggio inquietante: smettete di fare proposte, accettate ciò che c’è, lasciate che sia solo il potere a decidere cosa è importante e cosa no. Un’Imperia migliore sì, ma solo secondo il volere di chi comanda.
Colpisce anche un altro aspetto: il sindaco non ha mai preso pubblicamente le distanze dagli haters che lo difendono con violenza verbale. Eppure, è sempre pronto a stigmatizzare chi lo contesta, anche pacificamente. Due pesi, due misure.
In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni è già messa a dura prova, le parole dei rappresentanti pubblici pesano. Non possono essere offensive, volgari o divisive. Il problema non è solo di stile. È un problema politico. È un problema democratico.
Il punto non è se il sindaco abbia sorriso mentre diceva “imbecilli”. Il punto è che, ascoltando il suo intervento nella sua interezza, soprattutto nelle battute finali, emerge chiaramente un’intenzione ben più grave: delegittimare il dissenso, zittire le voci scomode, isolare chi prova a fare proposte. Perché per il sindaco, chi la pensa diversamente non merita ascolto. Ma questo, lo diciamo con forza, non è democrazia”.