Violenze nel carcere Valle Armea. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Vile aggressione ai danni di un assistente capo coordinatore in servizio presso l’ufficio comando del carcere di Sanremo colpito in pieno petto con un pugno da parte di un detenuto extracomunitario di circa trent’anni sferrato con una tale violenza da procurargli la frattura composta allo sterno con una prognosi di 30 giorni”, spiega il segretario della Liguria Vincenzo Tristaino. “Parrebbe, dalle prime indiscrezioni, che il detenuto si sia intrufolato nell’ufficio comando con l’intento fare discussioni con il collega. Il problema è che a Sanremo continuano ad essere assegnati con estrema velocità detenuti riottosi provenienti dal Piemonte, come quello salito pare sul passeggio di Ivrea, ed invece i detenuti di Sanremo che aggrediscono ferocemente gli agenti continuano a permanere tranquillamente in sede”.
Il sindacalista sottolinea “l’importante lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro svolge con orgoglio e professionalità i propri compiti istituzionali ed è riuscito a gestire ancora una volta un pericoloso evento critico che avrebbe potuto comportare conseguenze peggiori”, conclude Tristaino.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece, rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei reparti regionali ma anche la dotazione, per il personale del corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccanti le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane.
Capece evidenzia il ruolo centrale dei Baschi Azzurri nel sistema sicurezza del Paese: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere”, anche in relazione all’ampio settore dell’area penale. “Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece: “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.