Quattrocento visite al mese effettuate in tutta la Liguria, 756 posti disponibili, 163 appuntamenti dedicati alle prime visite e prenotabili dai medici di medicina generale per un totale di circa 9mila viste all’anno con ecocardio. È questo il primo bilancio, a pochi mesi dall’avvio, del progetto regionale “La Liguria ti prende a cuore”, dedicato alla presa in carico dei pazienti affetti da scompenso cardiaco. Un numero che testimonia quanto fosse attesa e necessaria una rete pubblica, strutturata e capillare, in grado di seguire le persone anche dopo la dimissione ospedaliera, nella fase più delicata della gestione della patologia.
“Questa iniziativa rappresenta un’eccellenza e un modello efficace per la nostra sanità – dichiara l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò. – Con ‘La Liguria ti prende a cuore’ abbiamo dato una risposta concreta, con 1.803 visite già effettuate da gennaio, a una patologia che impatta fortemente sulla qualità della vita di migliaia di liguri, soprattutto anziani. Abbiamo unito tecnologia, prossimità e competenza per costruire un sistema che mette davvero al centro il paziente. Il percorso funziona perché lavora in rete, valorizzando le professionalità presenti sul territorio e creando un legame stabile tra ospedale e territorio. I primi dati lo confermano: stiamo andando nella giusta direzione ed estenderemo queste modalità”.
“Il progetto sulla presa in carico del paziente con scompenso cardiaco – afferma il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – è legato alla necessità di assicurare cure sempre più efficienti e appropriate perché si tratta della patologia cronica del cuore più grave e frequente nell’anziano: lo dimostra il fatto che ogni anno circa 2.000 liguri vengono ricoverati per scompenso cardiaco. In Liguria, anche grazie al fondamentale ruolo dei DIAR, già oggi abbiamo uno dei percorsi clinici più efficienti, come testimoniano le graduatorie di Agenas che vedono la nostra regione al secondo posto in Italia dopo il Lazio per quanto concerne la rete cardiologica. Questo modello di percorso con la presa in carico del paziente con cronicità consente di condividere e applicare in tutta la Liguria un modello organizzativo ancora più efficiente nell’interesse della salute dei liguri”.
Il progetto, avviato a gennaio 2025 dopo meno di un anno di organizzazione da parte dell’assessorato, amministrazioni, Asl e Ospedali, rappresenta una svolta nell’organizzazione dell’assistenza cardiologica sul territorio. La rete si articola in ambulatori pubblici, digitalmente interconnessi, distribuiti in modo capillare su tutto il territorio ligure. Un’infrastruttura moderna che permette di garantire cure tempestive, coordinate e vicine ai cittadini, anche nelle aree più periferiche.
“Il paziente con scompenso cardiaco spesso esce dall’ospedale in condizioni cliniche stabili ma fragili – spiega il professor Domenico Palombo, coordinatore del progetto. – È proprio in questa fase che il rischio di ricadute e di nuovi ricoveri è più alto. Con questa rete puntiamo a colmare un vuoto, offrendo continuità assistenziale e supporto concreto, senza la necessità di rientrare in ospedale per ogni problema. Ogni distretto ha almeno un ambulatorio di primo livello ogni 100mila abitanti, così da garantire equità di accesso e capillarità sul territorio”.
Il sistema si sviluppa su tre livelli assistenziali:
• Ambulatori di primo livello, situati all’interno dei Distretti Socio-Sanitari, con funzione di monitoraggio clinico e supporto alle cure domiciliari;
• Ambulatori di secondo livello, attivi nei presidi ospedalieri in regime di Day Hospital, dedicati ai pazienti con condizioni cliniche più complesse;
• Ambulatori di terzo livello, ospitati presso i centri di eccellenza della Liguria, come l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e l’Istituto Gaslini, dove vengono gestiti i casi più gravi, inclusi quelli pediatrici.
Tutti gli ambulatori sono connessi digitalmente attraverso una piattaforma condivisa, che consente la trasmissione e la consultazione in tempo reale di referti, tracciati e dati clinici. Questo consente di ridurre i tempi di attesa e di evitare duplicazioni, garantendo una presa in carico efficiente e continua.
A supervisionare il coordinamento operativo dell’intera rete è la Centrale Operativa Territoriale (COT), che si occupa di smistare le richieste, programmare le visite, monitorare le segnalazioni e attivare, quando necessario, i servizi di emergenza o di supporto domiciliare.
L’obiettivo, ora, è consolidare e potenziare ulteriormente la rete, integrandola sempre più con i servizi di medicina generale, l’assistenza domiciliare e i percorsi personalizzati per i pazienti cronici, anche grazie alle risorse del PNRR e agli sviluppi previsti nel nuovo piano regionale della cronicità.