maurizio costanzo maria de filippi

Maurizio Costanzo non c’è più, oggi ci ha lasciato, aveva 84 anni. Il giornalismo, la radio, la televisione, i media, gli devono molto. Anche l’informazione, il mondo dello spettacolo, chi ama le canzoni, quelle belle, quelle che rimangono nella mente e nell’anima anche se sentite una sola volta, gli devono molto. Tra le tante basta un titolo “Se telefonando”, cantata da una splendida Mina. Costanzo la scrisse per lei nel 1966, musica di Ennio Morricone. “Se telefonando” venne eseguita la prima volta in tv da Mina durante la 16esima puntata di “Studio Uno”. Un successo clamoroso. 

A Costanzo, icona del giornalismo, del mondo dello spettacolo, dell’intrattenimento, dei talk show piaceva molto Sanremo, meno il suo Festival. Sembra un paradosso per uno che ha scritto testi anche per altri big come Toto Cutugno, Mino Reitano, Alex Britti, Marcella Bella, solo per citarne alcuni. Nel 2010 la città di Sanremo, il sindaco Maurizio Zoccarato, il presidente del Casinò, Donato Di Ponziano, nel corso del 60esimo Festival, durante un galà gli consegnarono, per i suoi meriti e per il talento, il “Premio della Musica”. Quell’anno, quasi per una bizzarra legge del contrappasso, Costanzo era stato invitato a fare parte dei super ospiti del Sanremo insieme a Jennifer Lopez, Paolo Bonolis, Riccardo Cocciante, Fiorella Mannoia, Massimo Ranieri, Edoardo Bennato, Renga, Miguel Bosè, Bob Sinclar e Nilla Pizza, la “regina”. Il Festival, presentato da Antonella Clerici, lo vinse, tra fischi degli spettatori del Teatro Ariston che non condividevano, Valerio Scanu, con la canzone “Per tutte le volte che” voce nuova, vincitore fresco fresco di “Amici”, trasmissione di successo di Canale 5-Mediaset e della sua conduttrice Maria De Filippi.

Maurizio Costanzo però aveva già partecipato un’altra volta al Festival. Non come ospite, ma come giornalista, tra gli anni ’70-’80. Io ero cronista de La Stampa di Torino. Lo andai ad intervistare all’interno di una bella barca ancorata a Portosole, attracco turistico di Sanremo. Costanzo l’aveva affittata per il Festival trasformandola in una redazione galleggiante. L’idea, la novità, erano piaciute, avevano avuto successo. Al suo interno riceveva ed intervistava i cantanti, anche produttori di rose e garofani di Sanremo, principale ricchezza della città dei fiori. Maurizio affrontò anche momenti difficili quando dopo aver fondato “L’Occhio”, quotidiano che rivoluzionò l’editoria, formato tabloid, alla Daily Mirror inglese per intenderci, titoli grandi “a scatola”, sensazionalismo, tante foto, dovette chiuderlo a causa del suo coinvolgimento, unitamente all’editore Angelo Rizzoli, dello scandalo della P2. Costanzo, passata la tempesta, disse più volte “non mi iscriverò più da nessuna parte, non prenderò più nessuna tessera, neppure quella della metro”.

Perché amava poco il Festival di Sanremo? I suoi avversari non perdevano occasione per dire, per esempio: “A Maurizio non va giù che sua moglie Maria De Filippi sia stata baciata all’Ariston, davanti le telecamere, da Robbie Williams”. Lui ha sempre risposto “Tutte scemenze”. Più recentemente, proprio all’ultimo Festival di inizio febbraio alla solita domanda ha dichiarato serio: “Diciamoci la verità a Sanremo le canzoni non bastano mai, devono esserci anche delle sciocchezze di cui parlare: anzi, io ho il sospetto che ci sia un apposito “ufficio sciocchezze”, dove alcuni si adoperano per dare disposizioni a Madame di dire una certa cosa, ad Anna Oxa di dire quest’altra castroneria… perché Sanremo è una macchina perfetta, tanto nelle canzoni quanto nel dileggio”. Ciao Maurizio.