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Sergio Pallanca, presidente del Comitato pro centro storico di Ventimiglia, ci guida oggi tra i pittoreschi carugi della città alta per farci scoprire una perla del centro storico. Una piazza rialzata si spalanca tra le case rivelando la chiesa di San Michele Arcangelo, edificata nel X secolo dai Conti di Ventimiglia ed in seguito affidata come priorato monastico ai monaci benedettini dell’abbazia di Lerins in Francia.

Ci soffermiamo subito sulla facciata che presenta delle chiare forme romaniche: si tratta di un falso, realizzato a fine 1800 in stucco e cemento riprendendo le forme della cattedrale. Due navate laterali sono crollate a seguito del terremoto del 1628, sicché tutto l’edificio ha subito sostanziali modifiche e riadeguamenti.

Anche l’interno, pressoché intatto, presenta sovrapposizioni medievali alla struttura protoromanica originale, anche qui con lo scopo di stabilizzare l’edificio a causa dell’attività sismica. Tracce romane sono presenti nell’acquasantiera all’ingresso mentre le pareti mostrano i resti di due affreschi, uno dei quali con la curiosità di essere per metà interno alla chiesa e per metà esterno.

Sotto l’altare principale la stupefacente cripta si rivela nella sua selva di colonne dai variopinti materiali: trattasi di materiali di riutilizzo prelevate dai resti della città romana che qui creano un’atmosfera suggestiva. Una di queste su tutte altro non è che un cippo miliare che reca incisa la distanza da Roma. Un luogo di assoluta bellezza della città di confine.

Riprese e montaggio di Davide Avena.