La storia che andremo a raccontare ĆØ particolare, per molti mai sentita prima, per altri vista solo nei film. Eppure Mauro Grasso, 37 anni romano, vive ormai da anni questa realtĆ .
Laureato in Antropologia decide a 24 anni di abbandonare la sua vita e, dopo varie ricerche, trova nellāentroterra imperiese il luogo perfetto da chiamare casa dove costruire una famiglia.
“Vivo a stretto contatto con la natura insieme alla mia compagna Jessica e ai miei tre figli. Siamo venuti a vivere in questo luogo abbandonato per 40 anni, dove ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo costruito tutto”, racconta Grasso ai microfoni di Riviera Time.
Il suo scopo ĆØ stato quello di creare una vita diversa che dia unāalternativa a quello che offre la societĆ contemporanea.
La vita che ha scelto ĆØ fatta di cose semplici: “Ho vissuto a Roma la mia infanzia e la mia adolescenza, fino a quando mi sono reso conto che mi stava troppo stretta e avevo il bisogno di qualcosa di diverso, cosƬ ho preso la decisione di partire”.
Le giornate di Mauro e Jessica sono dedicate ad accudire gli animali, a coltivare lāorto, a fare la legna per scaldare la loro yurta, unāabitazione mobile di origine mongola, a leggere libri e a dedicarsi allāartigianato, oltre che a mandare avanti la famiglia.
“I miei figli sono felici di vivere in questo luogo. Le mie figlie di 5 e 6 anni vedono ciò che abbiamo costruito come un parco giochi mentre il grande di 13 anni che va a scuola inizia a vedere le differenze di vita rispetto ai suoi compagni, ma apprezza ciò che ha – la volontĆ di Grasso ĆØ quella di dare sempre nuovi stimoli ai suoi figli vivendo il più possibile a stretto contatto con la natura, soprattutto in questāultimo periodo – vorrei che questo posto stimoli le persone a fare scelte simili, a trovare il coraggio di fare un cambiamento che riporti alla realtĆ delle cose. Lāessere umano si sta staccando sempre di più dalla natura e vorrei che, invece, si ricordasse da dove proviene. Io tutti i giorni voglio fare questo, ricordarmi che faccio parte della natura”.
Servizio video e articolo a cura di Martina Bonsignorio.