festival di sanremo

Oggi, martedì 2 settembre 2025, Sant’Elpidio Abate, se San Romolo incontrandolo tra nuvole ed angeli gli ha saputo dare, senza esagerare, le informazioni dovute sponsorizzando leggermente la sua città forse potrebbe firmare il miracolo di far finalmente fare la pace tra l’attuale sindaco di Matutia, l’avv. Alessandro Mager, (liste civiche-centro-sinistra) e la presidenza Rai (destra Meloniana-centro) su dove, quando e chi organizzerà il Festival della canzone italiana 2026.

Risolvere, dopo mesi di sussurri e grida, previsioni e smentite, il più bislacco, fazioso (?), inaspettato braccio di ferro canoro e super milionario di tutti i tempi dove, entrambi i contendenti, Palazzo Bellevue ed i Piani Alti di Viale Mazzini da ben 75 anni raccolgono inimmaginabile pecunia, popolarità, successi e fama a raffica sempre crescenti. Non solo in Liguria, Made in Italy, Europa, ma in tutto il mondo. Compresa l’Alaska. Insomma Volare, Volare, Volare piacevolmente, continuando a sognare ed incassare, da decenni, sulle note di Domenico Modugno e non solo.

Sant’Elpidio Abate cosa accadrà tra le mura, non di vetro, anche se da sempre promesse, da chi ha vinto le elezioni, ma chiuse, spesso sbarrate alla maggioranza, anche a giornalisti ed invece spalancate, aperte o socchiuse ai soliti, pochi e fortunati invitati a tavola? Da domenica rumors spifferano che già da sabato sarebbero nella città del Casinò e dei fiori arrivati dalla capitale dirigenti Rai con valigette 24 ore di pelle nera con chiuso e pronto da firmare addirittura il nuovo contratto Festival. Compilato, si sussurra addirittura, per dirla alla Fantozzi dal “Megadirettore Galattico in persona, colui che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere. Correva anzi voce che non esistesse neppure, che non fosse un uomo, ma solo un’entità astratta”.

Insomma da Roma il pensiero unico di Mamma Rai sarebbe “o la va o la spacca”. Se Sanremo insiste nel volere quanto, per lei assurdamente richiesto da Mager & company, addirittura anche l’1% sulla pubblicità, se non ci sono errori cifra tutto sommato modestissima, solo 1 milione scarso di euro in più di quanto dato negli ultimi anni da Roma, non cifre assurde, siderali, qualcosa come un totale complessivo di circa 6 milioni e 700 mila euro invece dei 5 milioni e mezzo dei Festival precedenti, aggiungendo qualche ripresa e nuovo servizio Rai durante l’anno di manifestazioni importanti di cultura, sport, spettacoli di Matutia. E a Sanremo? Tutto tace, muto anche l’assessore al Turismo, anche lui avvocato, Alessandro Sindoni. Ma da sempre al popolo, soprattutto alle elezioni purtroppo di volta in volta meno partecipate, addirittura quasi dal 50% degli aventi diritto, ai cittadini si predica, si dice, si ripete, si promette che devono e saranno, se si vince, bene informati. Su tutto, tutto, tutto. Ovvero, niente. Al massimo poco. Perché? Domani è un altro giorno. Sì, ma quasi sempre di Commedia all’italiana. A puntate, molto triste… Soprattutto se si sfogliano date, cifre, per esempio nel 2022, tre anni fa il Festival ha fatto registrare alla Rai una media record di 13,3 milioni di telespettatori ed uno share del 64,03% attirando sponsor di serie A con ricavi inaspettati e strabilianti. L’anno dopo, il 2023 è andato ancora meglio con oltre 56 milioni di ricavi ben superiore ai 42 milioni dell’anno precedente. Sempre nel 2023 la pubblicità al Festival è stata pagata anche 117,528 euro al secondo. Probabilmente lo stesso Musk certe cifre al secondo se le sogna di notte o quando è allegro. Sembra incredibile, ma vero, il Festival di Sanremo è una macchina da soldi incredibile non solo per le canzoni, la musica, il turismo, ma a 360 gradi.

Se Palazzo Bellevue, come la bella addormentata nel bosco, si è alla fine svegliato, ha fatto solo il suo dovere. Certamente ci vuole correttezza e trasparenza. Tutti devono contribuire e tutti devono guadagnare il giusto. L’AI, la tecnologia, soprattutto scaltrezza, furbizia, onnipotenza che spesso sconfinano nell’illecito, nell’ignoranza, sono da bandire senza se e senza ma. Qui conta solo umanità e intelligenza. Come insegna Omero da secoli attraverso la figura di Ulisse e il gigante Polifemo “Nessuno”, se ciascuno di noi si comporta umanamente, non bleffa, ha la capacità di superare le avversità. Alla fine sarà lui il vero eroe. Oggi più di ieri.

Voci dicono che la Rai, se Sanremo insiste, sarebbe pronta a portare non il Festival della canzone italiana il cui marchio è di Sanremo, ma una manifestazione simile, a Torino, Napoli, forse Roma, località più ospitali, con più spazi, possibilità di maggior servizi, più tecnologia, minor costi rispetto la città dei fiori. Vero, falso, tattica? Si saprà se non in giornata, presto. Al massimo il prossimo 17 ottobre quando verrà deciso anche, e si spera l’ultimo, il ricorso presentato dalla Just Entertainment su alcuni aspetti e decisioni legate al Festival. Finalmente sarà fatta totale chiarezza? La legge verrà rispettata e fatta rispettare da tutti? O anche per le canzonette ed il loro mondo apparentemente scanzonato, bello, rilassante, milionario si tratterà di utopia, non l’Utopia pensata con spirito e fini ben diversi, oltre 500 anni fa da Tommaso Moro, nel 1516.