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Cento metri superata la piazza di Grimaldi, ultima frazione di Ventimiglia prima del Confine di Stato, comincia un sentiero che, tra la vegetazione, scollina fino a giungere a Mentone.

Negli ultimi tempi, è ritornato tristemente sulla bocca di tutti. È, infatti, utilizzato quotidianamente dai migranti giunti nella città di confine nella speranza di superare la frontiera e trovare futuro in Francia o nei paesi del Nord Europa.

Oggi, in pochi lo percorrono interamente. Il sentiero passa accanto alle corsie autostradali in un tratto dell’A10 che è ancora italiano, ma che si trova dopo il casello autostradale e i controlli delle autorità.

I migranti decidono, solitamente, di scavalcare la recinzione e raggiungere la Francia camminando in fila indiana a bordo strada, una pratica rischiosa che il 7 ottobre dello scorso anno ha portato alla morte della 17enne eritrea Milet Tesfamariam, investita da un tir spagnolo all’interno dell’ultima galleria prima di Mentone.

Enzo Barnabà, scrittore e storico residente a Grimaldi, si è molto occupato di questo sentiero, conosciuto anche come ‘Passo della Morte’.

Superata la lunga rete che demarca la frontiera, è semplice perdersi e prendere uno stretto sentiero a ridosso di un precipizio. Nei primi 10 anni del dopoguerra si parla di un centinaio di morti. Da qui, lo sfortuna nome del passo.

Nonostante la sua nomina, il sentiero ha rappresentato una speranza per molte persone fin dalla fine del XIX secolo.

“Sul finire dell’800 – spiega Barnabà – viene presa la decisione a livello internazionale del passaporto e del visto. Inizia così la storia dei passaggi clandestini.”

Continua poi raccontando chi furono le persone che nel corso del XX secolo percorsero il ‘Passo della Morte’: “Questo sentiero da la possibilità di giungere in Francia senza essere individuati. Da qui passarono persone in cerca di lavoro, ma anche anarchici e socialisti richiedenti asilo. Con la presa del poter da parte di Mussolini, molti antifascisti decisero di espatriare clandestinamente.”

Da Grimaldi, passarono anche molti ebrei in fuga dal nazismo e dalle leggi razziali.

Il sentiero non servì solo a disperati in fuga, ma anche a pregiudicati e criminali, molti dei quali avevano contatti con la mafia marsigliese.

Gli ultimi a percorrere in massa questo sentiero, furono i rumeni e i nord-africani delle migrazioni che hanno caratterizzato gli anni ’90.

In questo incredibile viaggio lungo il ‘Passo della Morte’, Enzo Barnabà racconta a Riviera Time gli episodi che hanno caratterizzato la storia di questo sentiero. Un cammino che porta ancora oggi le testimonianze dei più grandi cambiamenti e avvenimenti sociali e culturali che hanno contraddistinto il XX secolo.